Prandelli: “In Italia troppa ossessione nel calcio. La Juventus è ancora la squadra da battere”

La Juventus è sempre la squadra da battere. Ne è convinto il ct azzurro Cesare Prandelli, che si esprime dopo l’ultima giornata di campionato, caratterizzata dalla vittoria che la Juventus ha ottenuto per 3-0 sul Napoli. «La Juventus in questi anni ci ha abituato a grandissime prestazioni, non mi ha sorpreso. Abbiamo rivisto la squadra degli ultimi 2 anni, non solo a livello caratteriale, ma anche di intensità. La Juve è la squadra da battere», dice il commissario tecnico dal ritiro di Coverciano, dove l’Italia prepara le amichevoli contro Germania e Nigeria.

«Nel calcio italiano ora non c’è pressione, c’è ossessione». Il ct azzurroCesare Prandelli commenta così la situazione del calcio italiano, alle prese con squadre minacciate da tifosi e curve chiuse per cori di discriminazione. «Ogni volta che parli con colleghi all’estero, ti raccontano un calcio diverso, una vita diversa, un approccio differente dei tifosi. È importante dare tutto in campo e i sostenitori sono contenti. Noi dobbiamo migliorare da questo punto di vista. Prima si diceva che in Italia ci fosse tantissima pressione. Ora non c’è pressione, c’è ossessione. La situazione è complicata e io non sono tanto fiducioso sul futuro», dice Prandelli dal ritiro azzurro di Coverciano.

«I fatti di Salerno fanno venire in mente tante riflessioni, abbiamo perso tutti e forse dovevamo gestirla meglio. Le riflessioni vanno fatte, ma sono riflessioni che il calcio, la società e una città come Nocera deve fare». Il ct della nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli, commenta così i fatti di Salerno con la sospensione della gara di Lega Pro, tra Salernitana e Nocerina sospesa dopo 21 minuti per gli ‘infortunì dei giocatori della Nocerina. «Da lontano posso dire che penso che certe persone si mettono la maglia da ultras ma non lo sono. Sono delinquenti, e quindi quando si arriva a minacciare diventa un problema sociale». Troppo facile dire oggi che la gara non si doveva giocare. «Non si può arrivare al minuto della gare e fare quello che si è fatto. È facile dire ora che non si doveva giocare, è scontato -aggiunge Prandelli-. Quando trovi una situazione dove sei minacciato devi avere il coraggio di dire: non scendo in campo. Se ho due figli e mi minacciano tutti i giorni non faccio l’allenatore in quel paese, qui parliamo di un mondo civile ma non lo è».

«Una Curva decide di essere chiusa come la Juve a Torino? Non mi fa impressione, è ormai qualche anno che stiamo dicendo che ci illudiamo di avere il calcio e il tifo migliore ma non è così e non mi meraviglio, questa non è una provocazione ma qualcosa di più». Il ct della nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli, commenta così i cori dei tifosi della Juventus contro i napoletani nella sfida di domenica scorsa che ha portato il giudice sportivo a chiudere le Curve della Juventus.

«Io in testa ho 35 giocatori, non 23». Il ct azzurro Cesare Prandelli risponde così alle domande sulla rosa che verrà allestita per i Mondiali 2014. «Ci sono sempre posti. Saranno le prestazioni con continuità, e non prove ‘una tantum’, a decidere. Non abbiamo ancora in testa i 23 della lista definitiva. Io ho in testa 35 giocatori», dice il commissario tecnico dal ritiro di Coverciano, dove la Nazionale prepara le amichevoli con Germania e Nigeria.

(adnkronos)

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