Pjanic prepara vacanze romane con la 10 di Totti

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli – F.Della Valle) – L’ultima volta che Miralem Pjanic ha calpestato il prato dell’Olimpico è stato poco più di un anno fa: 8 maggio 2016, Roma-Chievo 3-0, il centrocampista segnò e fece un assist. Non sapeva ancora che sarebbe stato un addio, non ci furono cerimonie speciali. Chissà che accoglienza gli riserveranno i suoi ex tifosi domenica, quando lo rivedranno per la prima volta con la maglia dei rivali di sempre, quella bianconera. All’Olimpico Mire potrebbe festeggiare, perché alla Juventus domenica basta un pareggio per potersi cucire lo scudetto sul petto per la sesta volta di fila. In quello stadio Pjanic ha inseguito a lungo il titolo di campione d’Italia, ma per conquistarlo davvero è dovuto emigrare a Torino. Ha lasciato una città che adora e tanti amici per togliersi di dosso l’etichetta scomoda di «eterno secondo».

NUOVA VITAPjanic a Roma era il pianista incompiuto, uomo di talento ma con troppa poca sostanza. «Gli manca la personalità», è la frase che si è sentito attribuire più spesso negli anni giallorossi. A Torino è cresciuto anche sotto questo punto di vista, grazie ad Allegri che lo ha messo nelle condizioni di rendere al meglio, grazie alla sua voglia di rimettersi in gioco. E’ partito piano, ma poi ha cominciato a spingere il piede sull’acceleratore. E’ il secondo giocatore di movimento della Juventus che ha recuperato più palloni in questo campionato (148) e quello che più di tutti ha mandato un compagno al tiro (55); ha colpito 5 legni, meno solo di Dzeko, Mertens (6) e Ilicic (7).

LA MAGLIA DI TOTTIPjanic a Roma torna spesso, quasi sempre in incognito. I tifosi non gli hanno perdonato il tradimento con la Juventus, gli ex compagni e gli amici lo considerano ancora uno di loro. Nainggolan soprattutto, perché Aysha, la figlia di Radja, e Edin, il bimbo di Mire, sono amici per la pelle, ma anche Totti, De Rossi, Dzeko e persino Spalletti, uno che spesso coi calciatori discute ma che con lui ha mantenuto un ottimo rapporto, fatto di sms e telefonate. A Roma Pjanic si divide tra Casal Palocco, Eur e Ostia, i luoghi che frequentava quando abitava nella capitale, e gli amici sono sempre gli stessi, che non hanno modificato i rapporti con lui nonostante il trasferimento. Quest’estate non è escluso che si regali qualche giorno di vacanza con Nainggolan, l’amico-rivale: un paio di mesi fa erano insieme a Montecarlo, si vogliono bene, un rapporto che va al di là del campo. Stesso discorso per quanto riguarda Totti: domenica Miralem gli chiederà la maglia, da conservare tra i ricordi più preziosi della sua carriera. Così come, tra i ricordi più preziosi, c’è quello di aver condiviso per cinque anni lo spogliatoio con lui. Lo ripete sempre, agli amici: «Che fortuna che ho: per me il capitano è Checco, mica Totti».

KHEDIRA: IDEA CARDIFFPjanic avrà il tempo per salutare i vecchi amici, perché la Juventus si fermerà a Roma fino alla partita di Coppa Italia (17 maggio). Mire salterà la sfida con la Lazio perché squalificato: il bosniaco era rimasto in panchina anche nella gara d’andata di campionato all’Olimpico contro i biancocelesti. Anche Sami Khedira salterà la prima finale dell’anno: il tedesco è uscito per un problema muscolare nella semifinale di ritorno con il Monaco, gli esami hanno evidenziato «la presenza di un trauma distrattivo di lieve/media entità ai muscoli flessori della coscia sinistra». Sami sarà sottoposto a nuovi controlli la prossima settimana, di sicuro non sarà disponibile per la Roma e per la Coppa: l’obiettivo è recuperarlo per Cardiff, lo staff medico farà il possibile per non fargli saltare una partita così importante.

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