Petrachi: “Club spaccato e Pallotta non mi rispondeva”

Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Gianluca Petrachi è tornato a parlare in merito alla lettera di licenziamento ricevuta lo scorso 15 luglio dopo mesi turbolenti vissuti a Trigoria: “Mortificato? Mi ha mortificato perché sono venuto con tantissimo entusiasmo, era visibile. Ho creduto al progetto, alle cose che mi sono state dette e raccontate. Per venire ho avuto una diatriba con il mio ex presidente, che ha fatto di tutto per non lasciarmi andare. Non è stato semplice e non lo è ancora. E’ una persona di potere e gestisce tante cose. A me importava di venire a Roma e credere di poter cambiare cosa. Lo dicono tutti che a Roma è difficile. Se non si vince da vent’anni non è solamente per colpa dei calciatori, degli allenatori o dei direttori. Ci sono problemi grossi. Nella mia testardaggine ho detto che prima o poi, come ho cambiato Cairo in nove anni. Era contestato e l’ho aiutato nella crescita. Lui mi ha aiutato e mi ha fatto crescere in tanti punti di vista. Io ho cercato di rubargli il più possibile, ma di insegnare come si fa calcio. I risultati siamo stati importanti, abbiamo fatto 200 milioni di plusvalenze ed abbiamo raggiunto traguardi nuovi. Sicuramente la mia idea di Roma era avere persone accanto per cambiare qualcosa. Quando ho cominciato a sentirmi più solo? Sono sincero, racconto una cosa che nessuno sa. Ho chiesto alla mia persona di riferimento se il presidente fosse contento del percorso, di ciò che si è fatto, o se c’è qualche problema. E’ vero che non parlo bene l’inglese e non ho mai avuto un confronto diretto, mi veniva raccontato. Io non so cosa raccontavano al presidente, io mandai un messaggino a Natale a Pallotta molto carino per fargli gli auguri, quando eravamo in piena lotta Champions, e lui non mi ha mai risposto a quel messaggio. Ci sono rimasto male e mi sono chiesto se fosse successo qualcosa. Mi stavano scavando la fossa e volevano distruggermi in maniera molto subdola. Ho sperato che le cose cambiassero e che lui si facesse vedere, ma non c’è mai stato. Sono andato avanti ed ho cercato di fare i cambiamenti ma hanno preso tempo. Non mi hanno fatto fare determinate cose, dovevo sperare finisse il campionato, mettermi a sedere e vedere in faccia le persone e dire quello che pensavo”.

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