Perotti, giallo Mondiale tra Roma e Argentina

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Neanche il tempo di sbarcare in Argentina per godersi una settimana in famiglia – con allenamenti inclusi, come fa sempre, anche d’estate – che Diego Perotti è stato subito intercettato all’aeroporto dai media locali che volevano sapere come procedeva la sua corsa al Mondiale. Detto che Perotti sa bene di avere davanti dei fenomeni e che la sua nazionale lo ha di nuovo preso in considerazione solo ultimamente, dopo un digiuno di 7 anni, l’attaccante argentino ha comunque ribadito come «giocare la Coppa del Mondo sia il sogno di ogni giocatore e quindi anche il mio. Ci proverò e farò di tutto».

LA SPIEGAZIONE – Farà talmente di tutto, Perotti, che magari alla Roma questa sua ambizione, specialmente in un momento tanto delicato, potrebbe far davvero comodo, a patto che torni quel giocatore determinante di inizio stagione, invece che quello involuto delle ultime settimane. Di Francesco, quando sta bene, non ne fa mai a meno, di certo invece Perotti avrebbe fatto a meno di alcuni articoli della stampa argentina secondo cui avrebbe detto: «Arriva un momento in cui conta solo il Mondiale». Una volta letti, e letta anche la traduzione italiana – fedele al testo in spagnolo –, Perotti ha voluto chiarire il suo pensiero: «È normale che un giocatore pensi a una competizione così, ma per arrivarci è obbligatorio fare bene con la Roma. Solo dando il massimo per il mio club potrò guadagnarmi la nazionale. Forza Roma».

CHIAROSCURO – Dando il massimo, appunto, magari come aveva fatto nella prima parte di stagione: 22 gare fino a questo momento, 5 gol e 2 rigori sbagliati contro Udinese e Cagliari che gli pesano tanto, nonostante poi la Roma sia riuscita a vincere in entrambe le occasioni. Da cecchino infallibile a rigorista sulle montagne russe, Perotti è stato uno di quelli che, all’inizio, ha beneficiato del ritiro con Di Franesco a Pinzolo. Tra ottobre e novembre il suo periodo migliore, con 4 reti tra Champions e campionato, il 5 dicembre il gol pesantissimo con il Qarabag che ha regalato alla Roma il primo posto nel girone di Champions, poi il buio, suo e della squadra. In campionato, contro Juve, Sassuolo e Atalanta (1 punto su 9) è stato sempre in campo, ma non è mai riuscito ad incidere. E chissà che queste ferie in famiglia, lui che come gli altri sudamericani (tranne Fazio) ha deciso di trascorrere a casa sua e non in mete esotiche, non gli facciano bene soprattutto nello spirito.

RISORSA – Con il contratto appena rinnovato fino al 2021 e il secondo figlio in arrivo, Perotti è una risorsa della Roma del presente e del futuro, ma Monchi si aspetta un cambio di passo anche da lui. A 30 anni ha il talento e la maturità per farlo, soprattutto dopo aver scacciato tutti i fantasmi: «Ho pensato anche di smettere, tornare in nazionale dopo 7 anni ed essere con grandi campioni ha reso il mio 2017 speciale. Un premio molto importante». L’importante, allora, è non accontentarsi. Soprattutto in vista della partita con l’Inter di domenica 21: fosse rimasto Spalletti, Perotti sarebbe andato via. Ecco perché dopo la sconfitta dell’andata, battere l’ex allenatore avrebbe un valore ancora più grande.

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