Per Di Francesco un addio lungo sei mesi

Alle 19,20 ha lasciato Trigoria. Non s’è fermato, eludendo la presenza dei cronisti. Atteggiamento comprensibile, vista l’amarezza provata. Anche perché al fischio finale di Çakir, per come era maturata l’eliminazione, Di Francesco ha sperato per qualche ora che ci fosse ancora un piccolo margine per restare e giocarsi le ultime chance contro l’Empoli. Speranza vana. Sbarcato a Fiumicino, Di Francesco ha tirato dritto, come fosse una normale giornata di lavoro. Convocato negli uffici del Fulvio Bernardini, s’è visto comunicare l’esonero dalla dirigenza. Ha comunque voluto dirigere l’ultimo allenamento, al termine del quale ha salutato tutta la rosa. Uno ad uno. La verità, ormai di dominio pubblico, è un’altra. Eusebio era un ‘dead man walking’ già dal 23 settembre, giorno del ko di Bologna. L’ «I’m disgusted» dell’epoca di Pallotta, sommato ai reiterati «Ask Monchi» nei mesi successivi, rappresentavano la mannaia sull’operato di Eusebio. Era soltanto una questione di tempo. Lo scrive Il Messaggero.

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