Pallotta, tanti affari, poco amore

E’ tempo di bilanci. La gestione Pallotta è cominciata ufficialmente il 27 agosto del 2012. Senza timore ha detto: “Il mio obiettivo è rendere la Roma il miglior club al mondo“. Per non parlare dell’obiettivo scudetto, inserito in piani ora triennali, ora quinquennali. Il brand Roma si è internazionalizzato, il valore del club è cresciuto, il livello delle partenership è aumentato, ma va sempre tenuto conto che il tifoso della Roma coltiva desideri molto più semplici: la vittoria. Sul piano numero il bilancio è in attivo: è sua la miglior media punti in campionato fra tutti i presidenti giallorossi 1,98, mentre Sensi si ferma a 1,72, Viola a 1,65. Vuol dire che la Roma è stata costantemente ai vertici del campionato italiano. La sua unica finale è il derby di Coppa Italia. Poi c’è il Pallotta comunicatore: secco, tranchant e talvolta poco fortunato. Quanto al mercato si è spesso divertito a mescolare il vero e falso. Su Alisson disse che non esisteva alcuna possibilità di cessione, qualche giorno dopo per battuta disse: “Alisson andrà al Real, Nainggolan all’Inter“, destinazione inesatta solo per il portiere. La stagione scorsa è stata la più pesante: prima le plusvalenze, poi il rendimento modesto della squadra, l’esonero di Di Francesco e la fuga di Monchi, prima di chiudere con gli addii di De Rossi e Totti. Lo scrive il Corriere dello Sport.

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