Pallotta rilancia

Corriere dello Sport (R.Maida) – Si chiuderà da solo nella solita stanza della tenuta di Boston, anzi Weston, che è il tranquillo sobborgo nel quale ha costruito una dimora da 21 milioni di dollari. Assisterà alla partita con la maglia della Roma addosso, come fa sempre in occasione delle gare importanti, a cominciare dai derby, sfruttando il fuso orario quasi ideale: il calcio d’inizio è alle ore 12 locali, quindi comodo per gustare un aperitivo davanti alla tv sperando che la squadra non lo faccia soffrire troppo.

DECISIONEAlla fine James Pallotta ha deciso di non partire. E’ stata in parte una scelta obbligata dagli affari ordinari di Boston e in parte un’idea di opportunità: se si fosse trovato a Roma la prossima settimana, in coincidenza con una seduta piuttosto delicata della conferenza dei servizi in Regione programmata per venerdì 24, sarebbe passato il messaggio mediatico di una tentata pressione sull’approvazione del progetto-stadio, su cui da Trigoria continuano a manifestare fiducia e ottimismo. Il dg Baldissoni, che segue da vicino l’iter burocratico, si è detto già il mese scorso convinto che la Regione conceda da subito, quindi già da questa seduta, il parere positivo sulle integrazioni al dossier Tor di Valle in modo che il cantiere possa aprire nei primi mesi del 2018.

PRECEDENTIPer Pallotta quello di domani è il derby numero 14 da presidente della Roma. Il suo bilancio è in attivo sul piano strettamente numerico, a prescindere dalle partecipazioni in prima persona agli eventi dello stadio Olimpico: la sua Roma ha vinto 6 volte a fronte di 3 pareggi e 4 sconfitte. Sulla sua gestione certo pesa la sconfitta del 26 maggio 2013, cioè la finale di Coppa Italia, che avrebbe potuto cancellare un fastidioso “zero”: quello dei titoli vinti. Ma anche attraverso i derby di successo la Roma ha consolidato il ruolo di seconda/terza forza del calcio italiano, con accesso alla Champions League che è una risorsa decisiva per la continuità aziendale ad alti livelli.

QUALIFICAZIONE – La sua strategia finanziaria, filosofica e politica è diversa, per certi versi opposta, rispetto a quella del collega Lotito, con il quale spesso si è trovato in contrapposizione dialettica e del quale è stato quasi sempre avversario in Lega. Quando si trattò di eleggere il presidente federale, la Roma votò esplicitamente contro Carlo Tavecchio (oggi al centro del dibattito causa disastro mondiale) che invece era il candidato di Lotito. Ma le diatribe sono acqua passata, adesso conta solo la partita. Pallotta è soddisfatto della crescita del club per immagine e appeal. Non si aspettava di essere così vicino alla qualificazione agli ottavi di Champions League in un girone che comprendeva Chelsea e Atletico. Ed è felice che la gente sia tornata allo stadio: ecco, un derby con 55.000 spettatori gli mancava. Però chiede una vittoria per rilanciarsi nell’alta classifica: vanno bene le accortezze di bilancio ma anche Pallotta comincia a sentire l’esigenza di vincere qualcosa.

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