Le reazioni. «La Roma ha fiducia»

Corriere dello Sport (R.Maida – G.D’Ubaldo) – «Cosa è successo? Non hanno mica detto no». James Pallotta minimizza, dall’altra parte dell’oceano. In questo momento di confusione politica e di attese spasmodiche il presidente della Roma resta lucido, forte delle proprie posizioni. Non perde il controllo in sede istituzionale e ancora meno in ambito mediatico. In costante contatto con i referenti di Trigoria, Pallotta ha accolto con serenità gli sviluppi documentati dalla Regione Lazio sull’avanzamento del dossier stadio. «Il Comune ha soltanto chiesto i 30 giorni di sospensione della conferenza dei servizi, come era legittimo che facesse» spiega Pallotta, che evidentemente non ha perso le speranze di aprire il cantiere di Tor di Valle nei tempi previsti, cioè entro l’estate. Non sarebbe cambiato nulla, secondo lui, rispetto a tre giorni fa, quando lo stop aveva frenato ma non annullato l’iter.

SILENZIO – Bocche chiuse, o quasi, anche negli uffici di Trigoria, dove nessuno ha dato seguito alle minacce di causa risarcitoria manifestate mesi fa. Adesso è il tempo della realpolitik, di una diplomazia che mira al raggiungimento dell’obiettivo più che alla rivendicazione di un diritto. Mentre il 15 giugno scorso Mauro Baldissoni, da avvocato prima che da dirigente della Roma, ricordava pubblicamente alla giunta Raggi che «se fermano il progetto dello stadio, si assumono il rischio di una causa per centinaia di milioni di euro», ieri la società ha preferito muoversi attraverso i canali riservati, ottenendo la precisazione arrivata in serata dal Campidoglio. Un’iniezione di fiducia, almeno sul piano formale, per il piano Pallotta, che dal primo giorno ha indicato la realizzazione dello stadio come il core business, la condizione necessaria alla crescita internazionale del club.

IL COSTRUTTORE – E così in serata da fonti vicine ai proponenti, quindi la Roma e il proprietario del terreno di Tor di Valle Luca Parnasi, è stata espressa una posizione ottimistica: «C’è fiducia verso le istituzioni coinvolte nel processo decisionale», quindi sostanzialmente il Comune, dal momento che la Regione in questa vicenda è semplicemente garante di trasparenza e regolarità procedurali. Le istituzioni stesse «non vorranno lasciarsi sfuggire un’opportunità che prevede un investimento destinato alla città che ammonta a oltre 1,6 miliardi di euro. Il parere unico sul progetto, inviato oggi da Roma Capitale alla Regione Lazio è un documento di natura amministrativa e non costituisce posizione politica». Questo, secondo Pallotta, è il nodo fondamentale. «Tale atto – osservano ancora le fonti – sebbene sia scritto in maniera che ingenera dubbi, riporta solo minime richieste di modifica che i proponenti potranno adempiere facilmente, in modo da ottenere un parere favorevole e quindi procedere con l’approvazione del progetto».

UMORI – Ma al di là delle comunicazioni che filtrano, la Roma è spazientita per un unico vero motivo: la mancanza di continuità nei rapporti con gli interlocutori del Comune. A Trigoria vorrebbero più facilità di accesso al confronto e al dibattito, per accelerare i tempi e ridurre i rischi di incomprensione. Invece l’atteggiamento del sindaco, Virginia Raggi, e l’instabilità politica del Movimento 5Stelle, in tante faccende affaccendato, hanno reso problematici i rapporti. Con ricadute negative sulla fattibilità dello stadio da sogno che i tifosi della Roma aspettano da decenni.

SCENARIO – L’impressione è che per il momento da Trigoria non sfodereranno le armi, mantenendo pacatezza. Ma per quanto si può mantenere la calma in una situazione di stallo? In una storia di soldi, più che ideologica, ogni soluzione è aperta.

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