Pallotta dal Prefetto per riavere i tifosi

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Il Tempo (A.Austini) – Tanto vale provarci. Lo stadio con la curva vuota (e non solo) mette tristezza e la Roma non vuole arrendersi a questo desolante scenario. Ecco perché la società ha chiesto un nuovo incontro con il prefetto Gabrielli e il questore D’Angelo per tentare di ricucire lo strappo con gli ultras.

Non sarà facile, anzi. L’assenza obbligata (per ovvi motivi) della vera contro-parte non favorirà un riavvicinamento tra due posizioni ad oggi distanti: i tifosi si sentono perseguitati dalle nuove misure di sicurezza (le barriere divisorie, le perquisizioni agli ingressi che stanno però diminuendo, le multe per i posti non rispettati, etc.) e hanno perso il gusto di frequentare lo stadio; dall’altra parte Gabrielli, su input del Viminale, è invece convinto che il sistema dei gruppi organizzati vada combattuto con la repressione, visto che fra loro si mischiano anche gli autori di minacce a giocatori e club, protagonisti delle cronache giudiziarie di questi giorni.

La Roma prova a mediare tra mille difficoltà. Finora ha «subìto» i provvedimenti del prefetto, pagato di tasca sua insieme alla Lazio i lavori per ridurre la capienza da 8.700 posti a 7.500 in ognuna curva, dopo i soldi spesi per il nuovo sistema di videosorveglianza, la zona di prefiltraggio e i costi di formazione e retribuzione degli steward. Ma nonostante questo, la società si è sentita accusare da Gabrielli di non aver collaborato. E, al tempo stesso, tacciata di essere «complice» dagli ultras. A nulla sono serviti i precedenti 2-3 incontri, le telefonate delle scorse settimane, e chissà a cosa porterà questo nuovo vertice richiesto con una lettera inviata alle istituzioni dal club.

Stavolta vorrebbe esserci anche Pallotta, ma non potrà farlo se, come annunciato da lui stesso, la riunione si terrà la settimana prossima. In quel caso sarà il dg Baldissoni (di ritorno domani da Boston) a guidare la delegazione romanista, con l’intento di proporre un programma di misure «positive» dopo la linea dura intrapresa dall’estate scorsa. Al momento è impensabile chiedere ora la rimozione o la modifica delle barriere, semmai c’è l’idea di ideare un nuovo ampliamento della capienza in curva qualora i tifosi tornino a frequentarla nelle prossime partite (ma l’aria non sembra questa) e dimostrino di comportarsi correttamente. Essendo i tifosi i suoi «clienti», l’argomento sta molto a cuore a Pallotta. «Quando ho chiesto “la curva dove sta?” dopo il derby – ha spiegato a Roma Radiostavo scherzando. Ho trovato bellissimo che domenica abbiano avuto la voglia di radunarsi davanti all’hotel per sostenere la squadra. Assolutamente non posso essere contro i nostri stessi tifosi, quelli veri, mentre avrò sempre dei problemi contro quelle persone che nuocciono alla Roma, denigrano e infangano i nostri giocatori e li chiamano sotto la curva per insultarli. Ma non c’è dubbio che il 99,9% dei romanisti siano fantastici. Stiamo lavorando alacremente per trovare una soluzione a questo problema che speriamo di risolvere. La prossima settimana sono già in calendario degli incontri con il prefetto. I nostri tifosi ci mancano, abbiamo una bella squadra, le cose stanno andando bene ma non è la stessa cosa senza di loro. Quando arrivo? Avevo in programma un viaggio in Italia ma il processo del nuovo stadio – dice il presidente – è talmente complesso che il modo più agevole per continuare i lavori è stare qui a Boston. Verrò a Roma la seconda settimana di dicembre, più a lungo invece in primavera quando ormai il processo dovrebbe essere avviato».

E, magari, la squadra sarà nel pieno di una lotta scudetto. «La Roma gioca bene, Garcia e il suo staff stanno lavorando alla grande. Il derby è stata la nostra miglior partita, ma l’avevamo già visto contro l’Inter: una gara dominata dall’inizio alla fine, solo un grande Handanovic ci aveva negato la vittoria. Adesso serve continuare su questa strada». Con la spinta della Sud sarebbe più facile.

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