Pallotta blues, così se ne va il patron-assente

Quando mesi fa scrisse ai tifosi della Roma, Pallotta aveva già mollato gli ormeggi: voleva solo legittimare quanto fatto e forse scusarsi per il non fatto. Ha rappresentato una versione convenzionale del sogno americani. Pallotta ha solo immaginato un pubblico e per comodità lo ha immaginato simile a quello americano. Non è mai sceso in platea per capire meglio quei volti: avrebbe rischiato di vederli piangere di gioia o di rabbia. Non ha mai cercato di imparare la lingua. A volte la fantasia si è trasformata in fantascienza come quando disse di conoscere Roma come le sue tasche. Voleva organizzare partite al Circo Massimo. Gli si creda o no con lui la Roma ha fatto tanto. Ha preso e lasciato grandi giocatori, ma non ha vinto niente. Lo riporta La Repubblica.

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