La Gazzetta dello Sport – Roma-Fiorentina è a un passo dall’ennesimo sold out. La vittoria di San Siro ha dato l’impennata d’entusiasmo decisiva in vista della sfida da Champions di domenica alle 18. Ieri sono stati polverizzati tutti i settori dell’Olimpico che si prepara al 12° tutto esaurito stagionale (il 69° dell’era Friedkin). La squadra, invece, tornerà ad allenarsi domani per preparare la sfida alla Viola dopo i due giorni di riposo concessi da Ranieri. Da valutare il ritorno in gruppo di Nelsson, mentre gli altri (fatta eccezione per Dybala) saranno tutti a disposizione.
Roma, Ranieri vuole dire basta con lo “scudetto” del 2025

Il Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Claudio Ranieri è stato chiamato a guidare la Roma quando si trovava quasi in zona retrocessione. Dopo aver perso le prime due partite contro il Napoli al Maradona e in casa contro l’Atalanta, la situazione era ancora più drammatica. Tuttavia, dal 7 dicembre 2024 in poi, la Roma ha ottenuto risultati impressionanti in campionato, vincendo 14 partite, pareggiandone 5 e perdendone solo una. Ranieri è stato sicuramente, insieme a Conte e Italiano, uno degli allenatori dell’anno. Tanto che ad ogni post-partita su Dazn o Sky, gli opinionisti gli chiedevano perché avrebbe dovuto smettere di allenare.
La risposta di Ranieri è stata sempre la stessa: “Non posso essere io il futuro della Roma, non voglio far perdere un anno al club”. Dopo la vittoria contro l’Inter, Ranieri ha scherzato dicendo di aver già rimandato il suo cartellino di allenatore a Coverciano. Ora lo aspetta un ruolo di consulente della famiglia Friedkin, che parlerà quando sarà il momento di annunciare il nuovo allenatore e il nuovo CEO. Ranieri ha dichiarato: “Il calcio mi ha dato tanto, è la mia vita, ma c’è un momento per dire basta. Lo avevo detto a Cagliari e anche mia moglie mi aveva creduto. Però mi ha chiamato la Roma e ho accettato un anno da allenatore e due da senior advisor”.
Claudio, l’allenatore da corto muso. “Ma a giugno sarò advisor. Cos’è?”

Il Messaggero (S. Carina) – Domenica, Ranieri ridacchiava divertito, mostrando il ghigno sornione di chi sa di averla combinata grossa. In un colpo solo, vincendo a Milano, ha sparigliato la corsa Champions e regalato trequarti dello scudetto all’amico Conte. Niente male per un settantatreenne che, da quando è tornato sulla panchina della Roma, continua a collezionare record su record. Dai risultati utili consecutivi (18, con 13 vittorie e 5 pareggi) ai 44 punti conquistati sui 54 disponibili, dalle appena 31 reti segnate (9° attacco) che lo hanno indotto a registrare la difesa, facendo sì che la Roma, dopo il fragoroso ko di Como, subisse appena 9 gol con Svilar imbattuto la bellezza di 14 volte.
Ha preso una squadra che non vinceva da 10 mesi in trasferta e l’ha trasformata in una serial killer capace di fare lo scalpo in sei degli ultimi sette viaggi lontano da Roma.
Questo, signori, è Ranieri: uno che sa prendersi in giro, ma soprattutto prendere in giro. Come quando domenica ha ribaltato la domanda sul perché la sua squadra non disponesse del colpo del ko con una battuta: “Vincere uno a zero non è mica un problema, eh”. Ed è un peccato che abbia deciso di smettere a fine campionato. Lo ha ribadito per l’ennesima volta ieri, dopo aver ritirato il premio alla carriera di Coverciano nell’ambito di Inside Sport: “E non mi tirate per la giacca. Il calcio mi ha dato tanto, è la mia vita, è tutto. Però c’è un momento in cui si deve dire basta. Basta, perché è giusto così, anche lasciare in un momento positivo”.
Koné il cuore e la mente, ora qualche gol in più per diventare completo

Il Corriere della Sera (G. Piacentini) – A volte, per comprendere il valore di una vittoria, basta osservare chi ha lavorato nell’ombra per costruirla. A San Siro, è stato Manu Koné a far battere il cuore della Roma. In una delle sfide più difficili della stagione, Ranieri ha scelto il francese per il ruolo di centrocampista difensivo, un ruolo non del tutto nuovo per lui, avendolo già ricoperto con la nazionale francese e con la stessa Roma a Udine, ma comunque inusuale. Questa scelta non era finalizzata solo a fermare Calhanoglu, ma anche a dare ritmo, coraggio e continuità alla squadra. Koné ha risposto con una prestazione impeccabile: 7 palloni recuperati, 102 metri percorsi palla al piede verso la porta avversaria e il 100% dei passaggi completati.
Questi numeri raccontano, ma non spiegano fino in fondo l’importanza che sta acquisendo nel centrocampo giallorosso. Il suo percorso romanista, fin qui, non è stato lineare. Voluto da De Rossi, che si è imposto sul direttore sportivo Ghisolfi – soddisfatto dall’arrivo di Enzo Le Fée e poco incline ad accogliere la richiesta dell’allora tecnico – Koné è arrivato dal Borussia Moenchengladbach per 18 milioni nell’ultimo giorno di mercato. Appena in tempo per conoscere il suo principale sponsor, De Rossi, prima dell’esonero.
Trio futuro

Il Messaggero (A. Angeloni) – Loro tre sono sicuri, per il resto si vedrà. Gianluca Mancini, Kouadio Emmanuel Boris Koné (detto Manu) e Matias Soulé. Come sosteneva Ferruccio Valcareggi, costituiscono la spina dorsale della squadra (tenendo fuori il portiere, a cui la Roma deve, non dovrebbe, ma deve rinnovare il contratto, come glielo ha chiesto pure uno stadio intero), oggi e domani, per motivi diversi.
Mancini, se Pellegrini lascerà la Roma, diventerà molto probabilmente il capitano. Ma a parte questo, Gianluca, ventinove anni e nel pieno della maturità, è da un po’ l’essenza di questa squadra, non solo per le prestazioni e al di là di qualche errore, ma per come interpreta il romanismo. Lui che arriva da Pisa (Pontedera) e di Roma magari aveva visto solo il Colosseo. Mancio è un leader dello spogliatoio, è insostituibile e spesso è uno dei migliori, sia se al fianco ha un colosso come Hummels, sia se il colosso lo deve fare lui, come l’altro giorno a San Siro. Da centrale comanda, lotta, nel tempo ha placato i bollori: in altri tempi, dopo un’ammonizione incassata al 3’ sarebbe stato espulso di sicuro. Contro l’Inter non ha mai rischiato il rosso, spendendosi senza tirarsi mai indietro sia contro Arnautovic sia contro Lautaro, e se le sono date. Il suo futuro è qui, al di là di chi sarà il nuovo allenatore. È stato titolare da quando è arrivato, con Fonseca, poi con Mou, ora con Ranieri, e lo è stato pure con De Rossi e Juric.
La scalata di Claudio

La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – Quando aggiorneranno il libro della storia dei record della Roma a fine stagione, chissà quante pagine dovranno dedicargli: numeri da capogiro, strategie vincenti, doti da psicologo e aneddoti vari. Lui è Claudio Ranieri, detto “il mago”, e la sua incredibile rimonta alla guida dei giallorossi è diventata ormai oggetto di studio. Se dovesse ottenere un risultato positivo anche con la Fiorentina domenica prossima, il tecnico chiuderebbe di fatto un girone intero da imbattuto, dopo ben 18 risultati utili di fila (13 vittorie e 5 pareggi) con una media punti di 2,44, 31 gol fatti e 9 subiti.
E l’allenatore, con tutta l’esperienza che ha alle spalle, non corre nemmeno il rischio di provare vertigini in classifica: nelle prossime gare secche con vista sulla Champions, dopo il primo scontro diretto vinto con l’Inter, Sir Claudio continuerà a dare il meglio di sé. Sfogliando il romanzo di questa stagione incredibile, i punti salienti sono già diversi: dalle mosse indovinate contro l’Inter (l’ultima quella di Koné play davanti alla difesa) al lavoro di alta psicologia su alcuni elementi letteralmente rigenerati (Dybala prima dell’infortunio, Celik, Paredes, Soulé, Baldanzi e Shomurodov), passando per la difesa diventata impenetrabile, l’erede di Dybala (Soulé) e la gestione delle partite.
La nuova Joya. È la Roma di Soulé, solo gol pesanti per la Champions

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Uno spiega, l’altro ascolta, apprende e poi mette in pratica. In un passaggio di consegne quasi ideale, che doveva avvenire la scorsa estate e che si sta invece concretizzando ora, il professore è Paulo Dybala, mentre l’allievo è Matias Soulé. Quest’ultimo sta gradualmente assimilando i colpi e i segreti del maestro, anche se certi paragoni a volte fanno più male che bene. “Dybala per me è un esempio, un idolo fin da quando ero piccolo”, ha dichiarato Mati domenica a Milano. “Lui mi dà dei consigli, io provo ad ascoltare e a metterli in pratica”. A 22 anni, è arrivato il momento di assumersi pienamente le proprie responsabilità calcistiche, e Soulé lo sta facendo al meglio, conquistando la scena e la vetrina, ma soprattutto trascinando la Roma verso l’alto. La vittoria di San Siro di domenica è stata segnata da un suo gol, proprio come era successo già a Parma e ad Empoli. Anche nel derby, un suo gioiello ha regalato il pareggio alla Roma. Infine, con il Verona, la rete decisiva di Shomurodov è nata da una sua giocata super.
Botto Champions

Leggo (F. Balzani) – Quarantasette punti nelle ultime venti partite, la migliore difesa in Italia nel 2025 e il record europeo di vittorie di corto muso (otto): Claudio Ranieri continua a stupire nonostante la “pensione” alle porte. Ora la sua Roma spera in un finale da sogno, che significa Champions League. La concorrenza ovviamente non manca, e le difficoltà neppure: i giallorossi sono attesi da tre sfide con Fiorentina, Atalanta e Milan prima dell’ultima giornata contro il Torino.
Ma gli incroci tra le big sono tanti, e la Roma, a differenza di altri, gioca con leggerezza, senza pressione, prendendosi quello che viene dopo un inizio stagione da incubo. È anche questa la forza in più di Ranieri, che ieri a Coverciano, a margine del premio Ussi, ha ribadito: “Ho cercato di fare meno errori possibili, perché poi la bravura va sempre a chi va in campo. L’allenatore, sì, serve a essere credibile, a dare le giuste indicazioni, ma poi sono loro i principali attori. Non so come ho rimotivato la squadra, ma io non sono uno che ha studiato psicologia. No, io quello che sento lo dico. Forse la mia credibilità, sono sempre chiaro. Il mio futuro? Sarò senior advisor della Roma, anche se non so cosa significa”.
Roma, per il dopo Ranieri spunta il nome di Cesc Fàbregas: contatti avviati. In lista anche Farioli e Pioli

La Roma guarda avanti e comincia a pianificare il futuro della sua panchina. Con l’addio di Claudio Ranieri già annunciato per fine stagione, il club giallorosso è al lavoro per individuare il nuovo allenatore. Come riportato da Gianluca Di Marzio, tra i profili presi in considerazione c’è anche quello di Cesc Fàbregas, attuale tecnico del Como. Fàbregas, ex stella di Arsenal, Barcellona e Chelsea, ha iniziato la sua carriera da allenatore in Italia, riuscendo a conquistare una salvezza anticipata con il Como in Serie A. Il suo stile di gioco innovativo e il suo carisma hanno attirato l’attenzione della dirigenza romanista, che avrebbe già avuto i primi contatti esplorativi.
Nonostante l’interesse della Roma, Fàbregas ha lasciato intendere di voler dare continuità al lavoro svolto in Lombardia. “Mi sono stancato molto in questa stagione: la vittoria ci è mancata per nove partite, abbiamo avuto tanto stress e non c’è mai tempo per riposare. Io vivo le partite al massimo, sempre”, ha raccontato di recente. Oltre all’ex campione del mondo, la Roma sta valutando anche altri candidati, come Francesco Farioli — ora sulla panchina dell’Ajax — e Stefano Pioli, reduce dall’esperienza al Milan. Farioli, in particolare, preferirebbe però rimandare ogni decisione a fine stagione, lasciando le trattative in mano al suo agente. La scelta del prossimo tecnico sarà fondamentale per tracciare il nuovo progetto della Roma, chiamata a rilanciarsi con un allenatore forte e ambizioso.
Serie A, Verona-Cagliari 0-2: i rossoblù vedono la salvezza
I rossoblù hanno la meglio nel match contro il Verona al Bentegodi. Il gol del vantaggio per gli uomini di Nicola porta la firma di Pavoletti chiudendo in contropiede con Gaetano che davanti a Montipò accomoda per Deiola, il quale a porta sguarnita raddoppia. Gli uomini di Zanetti non hanno mai impensierito la difesa del Cagliari. Con questo risultato i sardi sorpassano i veronesi portandosi a più otto dalla zona retrocessione.
Serie A, Lazio-Parma 2-2: la doppietta di Pedro salva i biancocelesti
Nel posticipo della 34ª giornata di serie A all’olimpico si sono affrontate Lazio e Parma. Una sfida cruciale per entrambe le squadre visti i risultati maturati in questo turno. Nonostante ciò, la partita è terminata in un pareggio che non fa felice nessuno. Infatti entrambe le squadre hanno perso l’occasione di recuperare punti preziosi per i loro obiettivi.
Il gialloblù saranno quelli con più rimpianti, visto il doppio vantaggio sprecato negli ultimi dieci minuti. Alla doppietta di Ondrejka ha risposto Pedro, evitando così la sconfitta ai padroni di casa, ma gli ospiti sicuramente avranno da recriminare per le varie occasioni da gol sprecate.
Sfuma definitivamente Ancelotti alla Roma: l’allenatore del Real Madrid diventerà CT del Brasile

L’avventura di Ancelotti a Real Madrid è ormai alla sua conclusione; infatti l’effetto di re Carlo in questa stagione sembra essere definitivamente finito dopo l’eliminazione dalla Champions League e la sconfitta nel clasico in finale di Copa de Rey.
Come riportato da Fabrizio Romano, l‘ex allenatore tra le altre del Milan ha raggiunto un accordo verbale con il Brasile, di cui diventerà il commissario tecnico.
Per questo, quindi non vedremo Ancelotti come prossimo allenatore della Roma, nonostante i rumors e la spinta di varie figure pubbliche, tra cui Francesco Totti.
Serie A, Udinese-Bologna 0-0: al Bluenergy termina a reti bianche. La corsa alla Champions resta aperta
Termina a reti bianche il match tra Udinese – Bologna. Gli uomini di Italiano non riescono a battere l’Udinese, solida e allo stesso tempo pericolosa in alcune occasioni con un vivacissimo Davis che sfiora il gol a più riprese. Le opportunità non sono mancate neanche per il Bologna con Orsolini e con una grande doppia occasione targata Dallinga e Freuler. Ma l’equilibrio ha avuto la meglio sul campo del Bluenergy Stadium che finisce 0-0.
Serie A: gli anticipi e posticipi della 36°esima giornata. Lunedì, Atalanta-Roma

La Lega Serie A ha comunicato attraverso un comunicato gli orari degli anticipi e posticipi della 36°esima giornata di campionato. La Roma affronterà l’Atalanta a Bergamo, lunedì 12 Maggio alle 20:45.
La partita sarà cruciale per la corsa all’Europa, con questo big match i giallorossi potrebbero accorciare o allungare inevitabilmente sugli uomini di Gasperini per un posto in Champions League. Gli uomini di Ranieri però, dovranno prima affrontare la Fiorentina all’Olimpico. Gli uomini di Italiano provengono da una stagione promettente con molti giocatori che performano fin sopra le aspettative e con la Roma si prospetta una partita più che insidiosa.
Ranieri: “Ho cercato di fare meno errori possibili. Chi era prima di me ha fatto del suo meglio”

Lo dice il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, a margine del premio Ussi conferitogli al Centro tecnico di Coverciano, parlando della sua impresa alla guida dei capitolini, risorti con la sua ‘cura’ dopo le esperienze con De Rossi e Juric.
Una grande rimonta, dalla possibile zona retrocessione al sogno Champions:
“Se fossi arrivato a inizio campionato avremmo più punti? Non mi piacciono questi paragoni, chi era prima di me ha fatto del suo meglio, io sono arrivato in un momento difficile. Forse proprio l’essere arrivato in difficoltà mi ha aiutato, proprio la difficoltà di quei giocatori che avevano perso un po’ la consapevolezza di quanto erano bravi”.
Sulla squadra e il grande momento in campionato:
“Io ho cercato di fare meno errori possibili, perché poi la bravura va sempre a chi va in campo. L’allenatore, sì, serve a essere credibile, a dare le giuste indicazioni, ma poi sono loro i principali attori. Lo pensavo da giocatore e lo penso adesso dopo 35-37 anni da allenatore. Non so come ho rimotivato la squadra ma io non sono uno che ha studiato psicologia. No, io quello che sento lo dico. Forse la mia credibilità. Io parlo con il cuore ai giocatori, dico quello che sento. Tutto chiaro”.
Riguardo alla dichiarazione sul tesserino da allenatore:
“Il tesserino di allenatore riconsegnato a Coverciano? Sono cose che si dicono. Mi sono divertito, sono stato bene, il calcio mi ha dato tantissimo. Adesso sono stato chiamato a un altro tipo di impegno, mi auguro che vada bene e di non fare danni dall’altra parte”.
Non sembra ci sia nel suo futuro la chance di restare sulla panchina giallorossa:
“Non mi tirate per la giacca. Il calcio mi ha dato tanto, è la mia vita e tutto, però c’è un momento in cui si deve dire basta. Basta perché è giusto così, anche lasciare in un momento positivo. Avevo detto basta a Cagliari e lo dicevo con il cuore, e anche mia moglie mi aveva creduto. Mi ha chiamato la Roma, ho detto sì a un anno da allenatore e due da senior advisor. Ho accettato, adesso per me è importante questa cosa, poi Dio vedrà…E a dirla tutta non so nemmeno bene cosa sia.”
Gasperini e la possibilità di un possibile colloquio:
“Ho parlato con Gasperini? No, magari dopo ma con tutti voi presenti però!”.
Gasperini: “La sfida a Bergamo sarà decisiva. Ho detto che non avrei rinnovato, è diverso”

In seguito alla conclusione dell’evento “Inside The Sport” a Coverciano, Gian Piero Gasperini attualmente ancora in forza all’Atalanta ha voluto spendere due parole in un intervista a Sky Sport in merito ad alcune sue parole.
Di seguito le sue dichiarazioni:
Sulla possibilità di andare via da Bergamo.
“Io non ho mai detto che vado via ma un’altra cosa, ovvero che non avrei rinnovato ed è diverso. L’obiettivo comunque ora è solo raggiungere la Champions”.
Sulle dichiarazioni fatte qualche mese fa sul suo futuro.
“Io non torno mai indietro, le faccio con cognizione di causa. Non è una cosa che è maturata in una settimana, ma nei mesi o negli anni. Con Bergamo e l’Atalanta ho un legame importante e quello che abbiamo fatto quest’anno va ancora oltre a ciò che abbiamo fatto negli scorsi anni. A volte ci si dimentica dei giocatori persi per infortunio. Tutto positivo, ma ora chiudiamolo così”.
Sulla situazione in classifica.
“In questo campionato c’è tanto equilibrio, appena dietro noi ci sono piazze e società straordinarie per raggiungere il traguardo. Noi siamo lì, col nostro piccolo vantaggio di punti a quattro giornate dalla fine. Vedo che tutti sono felici e vorrei rimarcare che l’Atalanta, in questo momento, deve battagliare fino all’ultimo”.
La Champions è diventata una dolce abitudine grazie al suo lavoro.
“Questo è vero, grazie al mio, della squadra, della società e dell’ambiente. È un qualcosa che ci siamo costruiti in questi anni e che difendiamo tenacemente. Vedendo quello che stanno provando a fare gli altri, dà la dimostrazione di quanto sia difficile”.
Sulla possibilità di vedere la Roma in Champions League.
“Speravo rallentasse ma… credo che la sfida di Bergamo tra due settimane sarà decisiva”.
Primavera, la Roma vince anche col Genoa. I giallorossi qualificati per le semifinali

La Roma Primavera non si ferma più, vince ancora grazie al 2-1 contro il Genoa avanzando temporaneamente a +10 sull’Inter.
Prima della partita per i ragazzi di Falsini l’obbiettivo era chiaro, conquistare con certezza matematica un posto in semifinale. Con questa partita i giallorossi non ha tradito le aspettative imponendosi per 2-1 sul Grifone centrando così, la quinta vittoria consecutiva.
Decisivi i gol nel primo tempo di Della Rocca e Graziani, che hanno indirizzato la gara fin dai primi minuti. La rete rossoblù arrivato nei secondi finali rende solo meno amaro il punteggio, senza però cambiare il destino della partita.
Inter-Roma, Aldair festeggia Soulé – FOTO
A festeggiare la vittoria della Roma contro l’Inter, anche Aldair. Pluto, infatti, ha postato una foto social con l’autore del gol, Soulé, con cui si complimenta anche per il salto di qualità e maturità mostrato. Il tutto, ricordando quanto sia difficile a San Siro: cosa che l’ex capitano giallorosso ha fatto.
Inter-Roma, stop per Fabbri a causa del contatto Ndicka-Bisseck

Inter-Roma è terminata ma le polemiche non si placano: tra tutte, il contatto dentro l’area di rigore tra Bisseck e Ndicka che, a pochi minuti dal termine, avrebbe potuto portare al tiro dal dischetto in favore dei nerazzurri. Come riporta il Corriere della Sera, a fare le spese di questo episodio è l’arbitro Michael Fabbri, fermato a causa della sua scelta che è stata rubricata come errore grave. Per un po’ di tempo, quindi, non arbitrerà.
Politano svela il retroscena: “Abbiamo seguito Inter-Roma, gioia a fine partita”

Dopo il 2-0 contro il Torino che ha consolidato la vetta del Napoli, Matteo Politano ha commentato non solo la prestazione della sua squadra ma anche l’andamento della corsa scudetto. In particolare, l’attaccante ha rivelato di aver seguito con molta attenzione la partita tra Inter e Roma, che si è conclusa con una vittoria dei giallorossi grazie al gol di Matías Soulé.
Politano ha svelato che, dopo aver visto la partita separatamente in camera, il gruppo ha vissuto un momento di gioia per il risultato, che ha ulteriormente favorito gli azzurri nella lotta per il titolo. “Abbiamo visto la partita ognuno in camera, poi è naturale che a fine partita ci sia stata un po’ di gioia”.
Alla domanda su quanto possa pesare giocare prima o dopo i rivali, Politano ha risposto con lucidità: “È normale che cambi un po’. Ma dobbiamo pensare a noi stessi. Quando giochi dopo e vedi il risultato dell’Inter, è normale che influisca. Dobbiamo concentrarci sul nostro percorso e arrivare a sabato sera con ancora tre punti di vantaggio o sei”.