Operazione Super League: così le grandi squadre si sono comprate il calcio

Football Leaks colpisce ancora: no, non è il titolo di un nuovo film per adolescenti, ma è ciò che è realmente accaduto nelle ultime ore. La banca dati, attraverso il consorzio di giornalismo investigativo europeo Eic, ha reso noti numerosi dettagli sull’ormai famosa Super League, un torneo internazionale fortemente voluto dai grandi club europei – in primis da Andrea Agnelli – che dovrebbe, nel loro disegno, soppiantare i campionati prima e le coppe europee poi.

Lo scorso 22 ottobre, si legge sul sito del settimanale L’Espresso, la società di consulenza Key Capital Partners ha inviato una lettera al presidente del Real Madrid, Florentino Perez, in cui viene descritta la creazione di un’enorme società con 11 azionisti, che sarebbero i maggiori club europei: Juventus e Milan per l’Italia, Real Madrid e Barcellona per la Spagna, Liverpool, Chelsea, Arsenal, Manchester CityManchester United per l’Inghilterra, Bayern Monaco per la Germania e, naturalmente, il PSG per la Francia. Questa società, di cui il Real sarebbe il maggiore azionista, deciderebbe le sorti del calcio europeo prendendo decisioni, ad esempio, sui diritti tv, lasciando le briciole al resto dei club. Inoltre, dalla lettera si legge che la Super Lega potrebbe allargarsi, oltre alle squadre già citate, ad altri club europei: Atletico Madrid, Inter, Roma, Borussia Dortmund e Olympique Marsiglia.

Il progetto avrebbe preso forma nel 2016, quando i dirigenti dei grandi club europei si sarebbero incontrati in un hotel a Zurigo dove avrebbero definito i punti fondamentali del progetto. Da lì, sono iniziate le trattative con l’Uefa, la quale ha negli anni fatto numerose concessioni alle società – come ad esempio alzare i premi della Champions League a discapito di quelli dell’Europa League – per accontentarli, ed evitare la creazione della Super League. Di fatto, però, così facendo il divario tra grandi club e piccole-medie società andrà via via ad ingigantirsi, creando quindi disparità troppo ampie per assicurare una sana competizione sportiva.

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