Nuovo stadio, Raggi: “Vedrei bene la zona Ostiense”. Calenda: “La zona idonea è Pietralata”. Gualtieri: “No all’urbanistica elettorale”, Michetti: “Prima pietra nel 2022”

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Parla la sindaca (e candidata del Movimento 5 Stelle) Virginia Raggi. “Stiamo già lavorando con i Friedkin. Il luogo in cui vedrei bene lo stadio è la zona Ostiense, vicino a Testaccio. Siamo vicini ai servizi e ci sono aree adatte“. Ostiense, però, può significare Mercati Generali o Gazometro. “La prima zona è pubblica, quindi posso svilupparvi un ragionamento, la seconda è privata“. Alla Roma l’Ostiense va benissimo, anche se sa che i problemi non mancano. L’area del Gazometro ha dei problemi legati alla bonifica del suolo e non copre lo spazio ritenuto ideale, i Mercati Generali sarebbero ritenuti più adatti, anche se presentano due vincoli architettonici su palazzine all’interno, giudicati comunque superabili. Il lavoro in sinergia col Comune sulla carta consentirebbe di avere il via libera nel giro di un anno.

Carlo Calenda, leader di Azione, sul discorso stadio ha le idee chiare. “Delle aree di cui si è parlato negli ultimi mesi nessuna risponde completamente ai requisiti di efficienza richiesti. La zona idonea è quella di Pietralata, perché già oggi è servita da numerose infrastrutture di trasporto pubblico, la stazione ferroviaria di Tiburtina, la linea B della metropolitana, il capolinea dell’autostazione dei pullman extraurbani. Anche in auto è raggiungibile essendo vicinissima alla A24. Inoltre, grazie a un ponte pedonale all’altezza di Via Livorno-Via Salento, l’area sarebbe raggiungibili a piedi dalle aree limitrofe“. La Roma preferirebbe la zona Ostiense, ma non vuole chiudere la porta a nessuna proposta. “Con un lavoro serio e di squadra possiamo realizzare lo stadio in meno di 5 anni“.

Controcorrente Roberto Gualtieri, candidato sindaco per il Partito Democratico, non fa ipotesi a rischio boomerang. Sul tema legato allo Stadio della Roma, è l’unico che non si è sbilanciato con preferenze personali. “Io ho detto no all’urbanistica elettorale. I romani e i romanisti sono stati già presi abbastanza in giro. Ogni candidato s’inventa un’area e non è serio. Il sindaco si siede, guarda le carte, studia bene e quando dice un’area è quella. Non è una cosa che si fa in campagna elettorale”. In attesa di decidere, Gualtieri assicura: “Il nuovo stadio si può fare in 5 anni“.

Enrico Michetti, front man della coalizione di centro-destra, sceglie una strada diversa. “Se c’è l’idea pronta, se ci sono documenti economici pronti, se ci sono istanze a corredo pronte, una volta che la valutazione tecnica dice che l’opera si può valutare, senza intoppi nella procedura nei primi cento giorni di mandato si potrebbe conseguire il Pubblico Interesse“. Per gli esperti di burocrazia, un mezzo miracolo, ma Michetti aggiunge: “Entro il 2022 si potrebbe mettere la prima pietra, perché il verbale della conferenza dei servizi, ottenuta il Pubblico Interesse, è di per sé sufficiente per ottenere i titoli a costruire“. A questo punto il miracolo sarebbe completo. Ma il candidato ha già in mente l’area giusta. “Se dovessimo scegliere un’area di interesse, sì al Gazometro e ai Mercati Generali. In quelle prossimità c’è l’area testaccina, in entrambe c’è la possibilità di realizzare l’impianto“.

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