Nati il 7 giugno – Fonseca ce l’aveva con voi, cari e bravissimi cronisti dell’emittente satellitare

Pagine Romaniste (Nati il 7 giugno) – Ce l’aveva con voi. Forse non lo avete capito o avete fatto finta di non capirlo. Fonseca ce l’aveva con voi, cari e bravissimi cronisti dell’emittente satellitare, insieme a tutto il circo equestre degli esperti che intervengono nelle emittenti romane e, molto probabilmente, alla fonte che opera all’interno di Trigoria (o di Viale Tolstoi).

Quando ha detto che a nessuno viene riservato il trattamento cui è sottoposto -come prima di lui è toccato a Di Francesco, Spalletti, Rudy Garcia, per non parlare di Luis Enrique – unitamente alla squadra, ce l’aveva con voi tutti. Perché nessuno di lor signori si sogna di rivolgersi ai geniali Conte e Pirlo, solo per fare due esempi, neanche dopo un’eliminazione dalla Champions o una sconfitta indecorosa come quella della Juve contro l’Inter, nonostante le centinaia di milioni spesi negli ultimi anni dalle loro società.

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A loro, nessuno commina dei 3 nelle pagelle, che non contano, ma che tutti leggono e fanno opinione. Certo, mi ripeto, la colpa non è la vostra, ma di chi vi fa comprendere, dall’interno, in una riedizione meno violenta di Parenti Serpenti, che sul pianista si può sparare liberamente, tanto nessuno lo difenderà. Ce l’aveva con voi, che qualche centesimo della vostra mercede la percepite grazie agli abbonamenti pagati dai romanisti scemi come me. Così, dopo avere reiteratamente sopportato i commenti di Marcheggiani, Orsi, Cravero abbiamo dovuto tollerare anche quello di Bruno Giordano. Tutti ex grandi calciatori – in particolare l’ultimo – bravissime persone, ma si può dire che non stiano particolarmente simpatici ai sovvenzionatori tifosi dell’unica squadra della Capitale che milita in serie A?

Finalmente qualcuno ve lo ha detto; un compito che non sarebbe toccato all’allenatore, costretto a riempire il terrificante vuoto societario a livello comunicativo. Poi, non c’è dubbio che quanto successo martedì scorso, con l’unicum della doppia sconfitta, come sottolineato su questo sito dal nostro Yuri Oggiano, ha qualcosa di offensivo per chi soffre per questi colori. Al solito, qualcuno ha cercato di insinuare che la colpa fosse dello staff tecnico. Nessuno ha ricordato un episodio di tanti anni fa, in una gara di Coppa Italia dei primi anni 80 (non chiedetemi quale fosse, non lo ricordo). In via sperimentale la Federcalcio aveva ampliato, per le sole gare di Coppa, il numero delle possibili sostituzioni a 3. Il Barone approfittò della possibilità e stava per effettuarla; si avvicinò il Divino (oh, il Divino) per protestare, ignorando la nuova norma. Venne respinto con perdite, perché in panchina c’erano il dottor Fabbri, grande conoscitore di cose calcistiche, come Accompagnatore Ufficiale e l’Avv. Ettore Viola, figlio dell’inarrivabile Dino, come Dirigente addetto all’Arbitro. Con questo non ho alcuna intenzione di scaricare la colpa sul giovane Gombar (se tutti ne hanno preso le difese, Danielino De Rossi compreso, è evidente che sia un ragazzo molto premuroso e volenteroso), il problema è che in società, nonostante le cariche identificate con espressioni derivanti da Wall Street, se un funzionario sbaglia non esiste un Dirigente in grado di correggerlo; rectius, non esiste un Dirigente in grado di spiegare ai suoi sottoposti quale metro di comportamento si debba adottare, nel rispetto dei regolamenti federali. Sono certo che in pochi, tra Trigoria e Viale Tolstoi, conoscano financo le 17 Regole del Gioco del Calcio: la diciottesima, quella dell’intelligenza, la dovrebbero applicare gli arbitri.

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Questa sciatteria ha portato all’ennesima, umiliante, eliminazione dalla Coppa, il cui modo ancor mi offende. Invece le lacrime hanno accompagnato i momenti successivi al gol di Lorenzo Pellegrini, il più meritevole di riprendere per i capelli una gara che la Maggica aveva incredibilmente buttato alle ortiche. Pareggiare quella partita sarebbe stata un’ingiustizia clamorosa, dopo le tante occasioni create (e sciupate) ed i tre regali tre all’apprezzabile compagine Spezzina. Mi pare, infatti, dal basso della mia scarsissima competenza, che mai come in questa occasione si sia constatata un’incomprensibile difformità tra la prestazione eccellente del reparto offensivo, a parte Carles Perez, e quella imbarazzante di ogni singolo difensore. Quello che conforta è che gli errori siano apparsi individuali e non di squadra, pertanto, attribuibili ad un problema di scarsa concentrazione. Facilmente rimediabile.

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Alla fine del girone di andata, in buona sostanza, come stiamo messi? Siamo terzi, con un punto perso sappiamo come, mentre quelli che capiscono tutto ci davano per settimi staccati. Eppure siamo presentati come la grande delusione del campionato. Questa della comunicazione contraria, non è una “Collina da scalare” (grazie giovane Amanda Gorman per averci commosso, per averci ricordato la grandezza delle donne e per avere cercato di farci capire che l’unica razza esistente è quella umana) è un K2.

P.S. L’avvocatessa Raggi, imparentata in qualche modo con il dio Eolo, è tornata a parlare del progetto dello Stadio. Con spudoratezza degna di miglior causa, ha affermato che Roma Capitale ha fatto tutto quanto doveva. Solo chi si trovava a meno della distanza di sicurezza ha potuto captare anche la conclusione del concetto: “PER BOICOTTARLO”.

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