Nainggolan-San Siro e quel feeling magico. Il futuro? È in bilico

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Magari salendo sul treno che l’ha portato a Milano, ieri pomeriggio, Radja Nainggolan un pensiero l’avrà rivolto a 70 giorni fa, un altro San Siro, un’altra Roma, un’altra prospettiva, un’altra classifica, un altro mondo. Pure un altro Radja, che se vale la figura della parte per il tutto, in fondo, non servirebbe aggiungere altro. La Roma che ieri sera si è addormentata al terzo posto dietro al Napoli è quel maratoneta che a un certo punto ha creduto di arrivare in testa al 42° chilometro. E invece ora deve rincorrere, sudare, in qualche modo ricaricarsi per riacchiappare almeno la medaglia d’argento.

SCENARI – Che poi c’è San Siro e San Siro, per la verità. Quello nerazzurro ha visto Nainggolan prendersi, per qualche ora/giorno, la palma del centrocampista più forte d’Europa. Quello nerazzurro è pure lo stesso che ha messo Radja nella lista della spesa della prossima stagione. Nainggolan sa che il suo futuro a Roma è tutt’altro che scontato. E sa pure che la società è assai poco intenzionata a ritoccare all’insù il suo contratto. Questione di punti di vista: perché adeguare un accordo – pensa il club – a fronte di risultati non soddisfacenti e traguardi non raggiunti? E invece perché – sostiene il giocatore – non mantenere la promessa della scorsa estate, dopo il rifiuto del Chelsea?

SOLE E CHAMPIONS – Nel mezzo c’è la Roma e, almeno oggi, il San Siro rossonero, lì dove Radja non ha mai segnato. E la maglia che ha «rischiato» – è mancato tanto così, gennaio 2014 – di indossare. Galliani l’aveva prenotato, Sabatini l’ha portato a Trigoria. Storia di un altro Milan-Roma. Quello di stasera vale la Champions. «Ho costruito la mia casa a Roma, dove splende sempre il sole. Rinunciare a tutto questo è difficile, la vita non è solo il calcio», ama ripetere Nainggolan. Con il secondo posto sarebbe più semplice non rinunciare. Ammesso che lo vogliano tutte le parti in causa, Roma compresa.

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