Nainggolan: “Pallotta viene nella Capitale una volta all’anno, dovrebbe essere più presente. La Roma ha fatto le cose alle mie spalle”

Radja Nainggolan, centrocampista dell’Inter ed ex giocatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:

Quali differenze ci sono col derby di Roma?
«Qui qualche tifoso mi ferma: “Oh, mi raccomando domenica”. Però è tutto più tranquillo. Lì c’erano compagni romani che mi caricavano di continuo. E se perdevi, te lo ricordavano pure due mesi dopo… Ora Spalletti mi ripete di continuo che le due gare con il Milan valgono un campionato a parte. E sono sicuro che allo stadio il boato sarà impressionante».

Come andò in quelle notti insieme a Spalletti a Trigoria?
«Un giorno mi prese da parte e mi disse: “Qui c’è da cambiare qualcosa. Ti voglio proteggere, ora dormi 4-5 giorni nel centro sportivo”. E io: “Va bene, accetto”. Arrivai in ritiro e lui era presente. Rimasi colpito, mi fece piacere: aveva rinunciato al suo tempo libero per stare con me. Lui sa come prendermi. Sì, ho i miei lati negativi, faccio ragionamenti particolari dovuti al mio passato. Ma mi piace vivere sempre al massimo».

La fine del rapporto con la Roma, però, è stata forzata…
«È finita non per colpa mia, almeno non del tutto. Sono rimasto deluso da alcuni comportamenti che come uomo non posso accettare. Io ho sbagliato, di sicuro, come quel video di Capodanno…però loro hanno fatto le cose senza dirmi niente. E invece da uomini veri ci si parla in faccia. La Roma voleva incassare soldi dalla mia cessione. Ho scoperto dopo che erano d’accordo con club stranieri che non avrei mai accettato, mi sono sentito trattato come un giocatore non importante, hanno fatto le cose alle mie spalle. A quel punto mi ha chiamato Spalletti e non ci ho pensato un attimo. All’inizio avevo rimpianti, ma qui sono stato accolto benissimo».

Qual è la differenza tra i due club?
«Qui ho trovato una società molto preparata, ci sanno fare, sono tutti presenti. Steven Zhang è sempre qua. A Roma il presidente viene una volta all’anno…e io penso che una persona dovrebbe essere presente alla guida di una sua azienda. Sarebbe importante anche per i tifosi: ogni anno cambiano 3-4 giocatori importanti. Magari se ci fosse il presidente potrebbe spiegare meglio il perché di alcune scelte».

Tornando a Spalletti: come la convinse a fare il trequartista?
«Non mi parlò mai di trequartista. Mi disse: “Tu sarai il centrocampista aggiunto”. Aveva paura che se mi avesse definito trequartista, io avrei smesso di rientrare».

Come nasce la sua antipatia verso la Juve?
«Ne ho subite talmente tante che dopo un po’ non ce la fai più».

Ronaldo o Messi?
«Scelgo Leo. Cristiano ha bisogno della squadra. Messi ogni tanto ne dribbla 4 o 5 e vince le partite da solo».

Però lei l’ha eliminato…
«Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria. Jesus ha fatto la partita della vita contro Messi, la tifoseria carica, il gol di Dzeko subito…Roma-Barcellona è stata la partita più emozionante della mia carriera».

Dove si immagina tra 10 anni?
«A Roma, è il posto dove voglio far crescere le mie figlie».

Chi è il calciatore più forte con cui ha giocato?
«Scontato dire Totti. Penso a Pjanic, la Juve senza di lui non è la Juve. E poi Maicon: lo guardavi e pensavi “ma questo come c… fa?”».

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