Nainggolan 2.0 La metamorfosi

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Il Messaggero (A.Angeloni) – Ci manca Francesco Totti in queste vigilie e sicuramente mancherà pure agli juventini, che stanno via via perdendo un nemico stimato, se non altro per la sua abilità tecnica. Totti è la rivalità con la Juve e quello che una volta, subìto l’ennesimo torto arbitrale, disse: «La prossima volta giochiamo a tamburelle». Stesso refrain dopo Juve-Roma dello scorso anno, quello del violino. A proposito, mancherà pure Rudi Garcia, che quel violino aveva preso in mano dopo una partita che ha dato l’illusione di grandezza ma poi è finita come tante altre. Juve-Roma è Edin Dzeko, perché a oggi, quella rete ai bianconeri nella gara di andata, ancora resta un unicum; Juve- Roma è Pjanic, perché con quella punizione a Buffon aveva regalato tante belle speranze e aveva cominciato un percorso, che poi si è interrotto e ora dovrà ricominciare proprio contro i bianconeri; Juve-Roma è Moamhed Salah, che a Torino ancora ricordano con il brivido per quella corsa fulminate e il gol in Coppa Italia quando vestiva la maglia della Fiorentina. Rivali di campo, tecnici. Ma ci vuole uno come Totti, uno con la lingua lunga, uno da dibattito, uno che risponde e non te le manda a dire. Uno come Radja Nainggolan, quello dei tweet facili, della resistenza anti-juventina. «Io questa partita la sento sempre molto», va dicendo il belga. La Juventus lo ha voluto e lui non ha corrisposto l’amore, la Juventus gli ha tolto un paio di scudetti, si va per il terzo. Ecco perché il cuore di Nainggolan si ingrossa in queste vigilie.

DIVERSITÀ – Radja adesso ha anche cambiato ruolo: fa il recuperatore alto di palloni, poi ha il compito di andarsi a cercare gli spazi in avanti e in area di rigore. Non a caso, forse, è arrivato il suo primo gol da quando il professor Spalletti gli ha dato questi nuovi compiti. Contro la Juve, al di là del modulo se sarà con difesa a 3 o a 4, Radja avrà il compito di stoppare le azioni avversarie sul nascere. Il suo rivale principale dovrebbe essere il regista Marchisio oppure Pogba, che spesso finisce davanti alla difesa per impostare l’azione. Quindi, il suo è un lavoro sugli scatti continui, di ripartenze brevi, di accelerazioni. Una specie di portabandiera della squadra che in serie A ne fa più di tutte (grazie anche ai vari Salah e Gervinho), cioè 567 scatti media a partita. Nonostante la condizione fisica generale della squadra non sia esaltante, Radja è uno di quelli che corre di più. Molto agonismo, forse poco movimento organizzato. Ora anche lui sembra essere tornato a scuola, per tutti è un nuovo inizio tattico. La Juve dà stimoli in genere, figuriamoci a uno come lui che si accende con molta facilità. Il bianconero lo elettrizza per i motivi di cui sopra, forse domani c’è bisogno proprio di questo per uscire indenni dallo Stadium. EnergiaSpalletti punta molto su Nainggolan, lo ritiene un elemento tattico fondamentale, come lo è stato Perrotta ai primi tempi in giallorosso. Fisici diversi, caratteristiche tecniche diverse, ma compiti più o meno uguali. La Roma non ha dato cenni di ripresa, possibile che il vecchio allenatore abbia lasciato solo macerie? Radja si assume le proprie responsabilità ma non scagiona del tutto Garcia. «Le colpe non erano solo sue», ha precisato il belga a Sky. «Ci siamo sempre trovati bene, cercando di dare il massimo per noi, per lui e soprattutto per la Roma. Rudi qui ha fatto sempre bene, arrivando sempre secondo, quest’anno abbiamo fatto meno ma la colpa non è solo sua. Cerchiamo di uscirne tutti insieme ma con un allenatore diverso». Appunto, Spalletti, che gli ha ritagliato addosso un nuovo ruolo. «Darò tutto me stesso in quella posizione. Mi piace perché sono più libero e posso inserirmi, poi devo pressare in modo veloce. Mi posso trovare meglio lì. Spalletti è molto chiaro sul gioco che vuole, stiamo lavorando per poterlo fare al top». La Roma che giocherà domani contro la Juve non sarà al top, ma sta lavorando per esserlo prima possibile. Un problemino si è aggiunto per domani: Ruediger ha una contusione al ginocchio. Vedremo.

RIVALITÀ E DIFFERENZE – La Juve era assente a inizio campionato e la Roma non è riuscita a prendere il suo posto. Questione di mentalità, dice Nainggolan. «La Juve è abituata a vincere, noi siamo una grande squadra non abituata a essere vincenti. Problemi fisici? Ci manca qualcosa dal punto di vista mentale: vai in vantaggio poi ti recuperano, le gambe girano ma poi vanno a vuoto. Spero che qualcosa potrà cambiare. Adesso abbiamo una partita importante, la prepariamo per fare il colpo»

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