La Repubblica (P. Torri) – Un ghiacciolo alla mora perlomeno improbabile, eppure in grado di regalare prime pagine ai giornali. Una lavagna con il nome del baby Pagano in bella evidenza, magari per sottolineare cosa si aspetta ancora dal mercato. Un video con lo staff al completo e tanto di piedi appoggiati sul tavolino, giusto per concedere il bis dello scorso anno. Una foto di qualche anno fa, abbracciato di spalle a Drogba, ennesimo riferimento alla necessità di avere a disposizione un numero nove che garantisca quei gol mancati nella passata stagione. Un altro video circondato da bambini-tifosi a cui regala una giornata a Trigoria. Un telefono sempre pronto a chiamare quei giocatori che gradirebbe avere a disposizione.

Un silenzio che si protrae dal dopo finale di Europa League, quasi avesse perso la parola dopo quello sfogo contro l’arbitro Taylor, scegliendo di affidare i suoi messaggi a quei social che sa sfruttare come nessun altro, mago di una comunicazione oggi troppo spesso affidata a emoticon, cuoricini, like e altre amenità di questo tipo. Il tutto firmato Mourinho. Che continua a essere al centro della Roma, tra scuse rifiutate all’arbitro Chiffi, accuse ribadite a Taylor, attesa per un merca to da completare e un prolungamento contrattuale che mister Dan Friedkin non gli ha ancora offerto.

Eppure, magari la nostra impressione sarà smentita dai fatti, la sensazione è che si sia alla vigilia di un prolungato last dance. Ma un ultimo ballo dove al posto di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls, c’è Mou in scadenza contrattuale tra undici mesi senza che ci sia alcun segnale da parte della proprietà di un rinnovo che, ne siamo certi, il portoghese prenderebbe seriamente in considerazione.

Il tutto con una tifoseria che nella stragrande maggioranza sarebbe pronta a gettarsi nel fuoco per un allenatore che è riuscito a entrare nei cuori romanisti come pochissimi altri e un gruppo di giocatori che sarebbe disposto a fare come i tifosi seguendolo fino all’inferno. Il tutto, almeno per ora, non ha smosso di una virgola una proprietà che nel silenzio totale che l’accompagna da quando è sbarcata all’ombra del Colosseo, finora ha preferito guardare, giudicare, ascoltare prima di decidere se continuare o meno un matrimonio di cui, for-se, non è convinta come il quattro maggio di due anni fa quando annunciò al mondo, stupendolo, l’ingaggio dello Special One. Mou di segnali per il futuro ne ha inviati parecchi.

Rispedendo al mittente la corte del suo Portogallo, dicendo no al West Ham così come a una e ricchissima offerta dei paperoni arabi che, pure, il portoghese ci ha tenuto a far sapere di aver incontrato. Non ha avuto risposte. Neppure nell’incontro con la proprietà a Setubal di qualche settimana fa. E allora che si dia il via all’ultimo ballo. Con la speranza di fare come Jordan e i suoi Bulls che andarono a vincere il sesto anello nel campionato Nba. Con un centravanti da venti gol e un centrocampista di qualità si potrebbe pure sognare di riuscirci. Dovesse succedere, a quel punto l’ultimo ballo potrebbe pure non essere più tale.