Corriere dello Sport (J. Aliprandi)Due stagioni di fila in una finale europea, una vinta contro il Feyenoord e l’altra persa contro il Siviglia Taylor. Due percorsi netti tra Conference ed Europa League che hanno fatto rialzare la testa alla Roma dopo stagioni difficili facendola arrivare addirittura al nono posto nel ranking Uefa. Altro traguardo storico.

Lavoro, fatica e sacrificio. Quest’ultimo riguarda il campionato, con le tante partite ravvicinate, gli infortuni e una rosa non così profonda e di livello da poter permettere un turnover adeguato per garantire lo stesso tipo di prestazioni nei due tornei. E nonostante ciò la Roma si è comunque qualificata per due stagioni di fila in Europa League. Per tutti questi motivi e per tanti altri José Mourinho non ci sta. Non riesce a passare oltre quelle critiche che arrivano a lui e alla sua squadra dagli “pseudo tifosi e gli pseudo intellettuali del calcio”.  È stata sgonfiata una cavalcata europea da quindici partite e interrotta in finale solamente dal discusso arbitraggio di Anthony Taylor, quarantacinquenne inglese con dei precedenti con Mou e adesso tra i più discussi e criticati in Premier League.

Così lo Special One ogniqualvolta ne abbia l’opportunità non manca di sottolineare la sua irritazione per come viene dipinta la sua squadra: “La Roma viene troppo criticata e troppo poco protetta – ha detto pochi giorni fa il tecnico –. Ha un profilo anche di comportamento a livello interno che apre un po’ la porta a questo tipo di situazioni, ma la Roma è troppo criticata e lo è anche Mourinho. Un piccolo esempio? Guardate il percorso in Europa League della passata stagione, e guardate cosa fanno quelle squadre attualmente. Se ci fosse un altro allenatore e un altro club con un altro profilo, la storia sarebbe completamente diversa”. Un esempio, neanche troppo piccolo, che calza a pennello con la situazione.