Montezemolo: «O un nuovo stadio o la finale di calcio dovrà emigrare»

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Il Corriere della Sera (E.Menicucci) – Il vero problema, al momento, è lo stadio per la finale di calcio. Perché senza il futuribile (e chissà se mai ci sarà…) impianto della Roma, la concomitanza con la cerimonia di chiusura dei Giochi potrebbe farla emigrare a Milano o a Napoli. Ma, oltre a questo, il tema cittadino è quello di coinvolgere il territorio. Così ieri pomeriggio Luca di Montezemolo, presidente del Comitato promotore Roma 2024, è andato alla platea degli industriali del Lazio, guidati da Maurizio Stirpe, patron anche del Frosinone calcio, per assicurarsi il loro sostegno. «Impresa», se così la si può chiamare, riuscita: Unindustria è a fianco delle Olimpiadi, fornendo conoscenze, progetti, professionalità. E, se servirà, anche qualche contributo economico. Montezemolo scherza, regala battute («nonostante il suo presidente Luigi Abete, abbiamo coinvolto anche Bnl»), incappa in un lapsus («Wilma Rudolph nel 1960 vinse i 100 e 200 metri quadri…»). Montezemolo poi snocciola i dati che interessano le imprese: «Avremo lo 0,4% del Pil in più l’anno, i costi sono solo 2,1 miliardi». Solo Giampaolo Letta, vicepresidente di Unindustria, mette tutti in guardia: «Bisogna costruire il consenso. Ci sono troppi scricchiolii, anche demagogici, in giro…».

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