Mister Cosmico: “Calcio al limite, è ora di fermarsi”

Serse Cosmi è in stand by. L’avventura sulla panchina dell’Ascoli si è interrotta l’estate scorsa nonostante un’insperata salvezza e un altro anno di contratto. Oggi l’uomo del fiume se ne sta nella sua Perugia ad aspettare la chiamata giusta. Queste le sue parole raccontate sulle pagine di Leggo:

Americani a Roma e Milano sponda Milan, cinesi all’Inter. Non sente la mancanza dei Gaucci?
«Se uno fa riferimento ai presidenti di una volta diventa particolarmente nostalgico. C’erano altri allenatori, c’erano altri giornalisti, c’erano altri presidenti. È cambiato tutto, inevitabilmente. Diciamo che il calcio-business ha scaraventato via tutto il talento delle varie figure. Viene a mancare l’aspetto passionale del gioco. Faccio un esempio: quest’anno in serie B è stata fatta una cosa allucinante: portare le squadre da 22 a 19. Sentivo tifosi dire che tutto sommato era meglio perché così le società avrebbero percepito degli introiti maggiori. Se anche i tifosi arrivano a fare questi discorsi…».

E la sua Roma quanto la fa soffrire?
«I giallorossi hanno fatto delle scelte ben precise. Era impensabile sperare di avere continuità quando una squadra si ringiovanisce tanto, quando vanno via i giocatori d’esperienza. Ci si aspetta qualcosa in più, ma comunque uno dei traguardi più importanti è stato centrato: il superamento del girone di Champions. In campionato la Roma ha tutto il girone di ritorno per recuperare e Di Francesco ha visto venir fuori giocatori che possono essere l’avvenire della Roma».

Nomi?
«Ne faccio uno: Zaniolo. Una scoperta importante per l’intero calcio italiano. Non è qualcuno che impressiona per qualcosa di estemporaneo, è un giocatore giovanissimo, ma molto di sostanza».

A Roma cercano di capire se Schick è veramente un campione…
«Non voglio alimentare le polemiche, ma dal ceco ci si aspettava un salto di qualità. L’anno scorso ci poteva stare un anno di assestamento, ma quest’anno con l’assenza di Dzeko ha avuto diverse opportunità e se le avesse sfruttate bene ora staremmo qui a parlare di altre prospettive per la Roma».

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