I ministri della difesa. Asta in vista per Manolas tra Inter, United e Arsenal

Il Corriere della Sera (F.Bonsignore – M.Colombo) – Faticano a catturare le copertine, non sono la risorsa primaria per il merchandising e non rappresentano per i bambini che affollano le scuole calcio il sogno da realizzare da grandi. Salvo eccezioni perché Cannavaro e Beckenbauer un Pallone d’Oro lo hanno vinto e ancora ci si chiede come sia stato possibile che il riconoscimento di France Football non sia mai stato attribuito a due signori che rispondono ai nomi di Franco Baresi e Paolo Maldini. Ma tant’è. I ministri della difesa sono i pezzi pregiati del mercato e, con le valutazioni che ne fanno i presidenti, saranno i protagonisti della prossima finestra di trattative quando invece di apportare correttivi alla rosa, si penserà a stravolgere gli organici. Benvenuti all’asta dei difensori, boccone goloso per le squadre di Premier (ma non solo) disposte a fare follie pur di accaparrarsi i migliori in circolazione. Manolas, il primo della lista, ieri ha provocato la battuta di Umberto Gandini, ad della Roma, a Giovanni Gardini, il chief football administrator dell’Inter, nei corridoi della Lega. «Hai preparato il portafogli per giugno?». Si ride, ma intanto i nerazzurri, come anche il Manchester United e l’Arsenal, sono pronti a sferrare l’assalto in estate per il centrale greco. Che ha il contratto in scadenza nel 2019 e chiede un robusto aumento dell’ingaggio. I giallorossi finora non lo hanno convocato per discutere il prolungamento e perciò smentiscono che il giocatore abbia rifiutato il rinnovo e l’inserimento della clausola. A Trigoria nessuna offerta ufficiale è pervenuta ma come ha ammesso l’agente di Manolas, John Evangelopoulos, «in estate qualcosa succederà».

Restando nella Capitale, Stefan De Vrij, il 24enne olandese della Lazio, è sul taccuino dei più grandi tecnici della Premier. Mourinho, Conte e Wenger puntano il giocatore per cui Lotito non intende chiedere meno di 40 milioni di euro. Ha il contratto in scadenza nel 2018 ma finora i colloqui per il rinnovo non hanno prodotto la fumata bianca. Marco Fassone, indicato dai futuri proprietari del Milan come ad, lo considera profilo gradito. I rossoneri, in fase di stallo a causa della trattativa di cessione del club, ancora non hanno risolto il rebus De Sciglio. Il caso non è meno delicato rispetto a quello di Donnarumma: il difensore nato nella cantera rossonera (e perciò imprescindibile per il progetto di Milan giovane e italiano di Berlusconi) ancora non ha rinnovato il contratto in scadenza nel 2018. La Juventus lo corteggia e non è un caso che giovedì l’ad Marotta abbia incontrato a Milano Giovanni Branchini, agente del giocatore. «Non ho mai parlato con la Juve per De Sciglio. Ha ancora 18 mesi di contratto, abbiamo tutto il tempo per ragionare sul rinnovo» spiega Adriano Galliani. Per i cinesi il prolungamento di Mattia è tra le priorità del post closing. E il giocatore cosa pensa? Dal suo entourage trapela prudenza: emerge anzi la volontà di conoscere prima i nuovi proprietari e il loro progetto. Anche il Napoli ha le sue emicranie. Dopo aver blindato Koulibaly con il rinnovo fino al 2021 e una clausola da 70 milioni, De Laurentiis deve risolvere il rebus Ghoulam. L’algerino, tentato da un quadriennale da 3 milioni di euro offerto dal Bayern Monaco, chiede un robusto adeguamento dell’ingaggio per restare a Napoli (guadagna 800 mila euro e l’attuale accordo scadrà nel 2018). La Juve si è legata fino al 2021 con Bonucci spegnendo di fatto le velleità del City che già offrì 60 milioni. Ma in caso di nuovo rilancio? Acerbi è inseguito dal Leicester, Ranocchia (di troppo nella rosa di Pioli) cerca offerte all’altezza. Piace all’Hull City, allo Swansea e al West Ham oltre che al Sassuolo nel caso in cui Squinzi ceda alle pressioni di Ranieri per Acerbi. Nel frattempo Zaza ha detto sì al Valencia, la Juve ha chiuso Orsolini con l’Ascoli, Gollini sostituirà Sportiello a Bergamo.

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