Milan, è notte fonda. La Roma passa a San Siro

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Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Roma terza e Milan settimo. Per le sorprese rivolgersi altrove e, se si cerca calcio, altrove anche dal Milan. La partita che si gioca su tre campi racconta tante storie. C’è quella raffazzonata dei rossoneri, sparring partner per 90’ perché gli allenatori non si inventano e i grandi giocatori nemmeno. C’è quella della Roma che spera nel miracolo per 25’, il tempo che passa tra il gol di Salah (assist di Strootman, Alex piantato come un palo della luce) e quello di Hamsik al San Paolo. C’è quella di Walter Sabatini, che dice che non si trovano giovani italiani promettenti e due li aveva in casa ma li ha dati al Sassuolo (Politano e Pellegrini). In compenso il d.s. è stato pronto a spendere per Berisha, Kevin Mendez, Ponce, Uçan, Iturbe e Iago Falque. Milan-Roma è un riassunto di cosa funziona e non funziona nel calcio italiano. Brocchi (8 punti in 6 gare) fa qualche esperimento in vista della finale di Coppa Italia, ultimo spiraglio per entrare in Europa, con il tenerissimo Locatelli al debutto dal primo minuto e Romagnoli terzino sinistro. Affrontare la Juventus in queste condizioni, però, sembra un harakiri.

Spalletti (19 partite, 14 vittorie, 4 pari, una sola sconfitta, 47 gol fatti, 19 subiti) manda in panchina ancora una volta Dzeko, dando un segnale chiaro al bosniaco. Se vuole fare il titolare, nel prossimo campionato, meglio cercare spazio altrove. La Roma è sempre più 4-2-4 e, se manca Perotti, in quel ruolo ci va Pjanic. Le notizie che arrivano da Reggio Emilia gelano subito il Milan, che non vede praticamente mai il pallone. Il gioco della Roma è quello che vorrebbe Berlusconi: palleggi precisi, palla a terra, predominio territoriale, occasioni da gol. Il migliore tra i rossoneri è Donnarumma, che limita i danni. Il problema della Roma è specchiarsi troppo nella sua bellezza. Salah segna il gol numero 14 del suo campionato, ma se ne divora altri. El Shaarawy, in calo, buca un pallone facile solo davanti al portiere.

La Roma viene a sapere, nell’intervallo, del gol di Hamsik e inizia la ripresa un po’ stordita, lasciando a Honda un’occasione che il giapponese spreca con un tiro altissimo. Ma è solo un attimo. Pjanic inventa calcio e serve un assist per El Shaarawy che ai vecchi milanista avrà ricordato Gianni Rivera. Entra anche Totti, a prendersi applausi e avviare l’azione che porta al gol persino Emerson. Bacca, che non aveva mai toccato palla, segna ed esulta. Chissà perché. L’unica scena bella rossonera è il saluto ad Abbiati. Il Milan rimanda tutto a sabato prossimo, finale di Coppa Italia, ma la rifondazione dovrà essere comunque profonda. A partire dall’allenatore. O, meglio ancora, dall’arrivo di soldi freschi dalla Cina. La Roma arriva terza, dopo due secondi posti, e dovrà affrontare il pericoloso preliminare di Champions e l’ostacolo del Fair play finanziario. Sarà Pjanic la «mossa del gatto maculato»? Il presidente Pallotta ha detto che non saranno ceduti né lui né Nainggolan. Lo farà davvero? Non è vero che la Juventus ha versato nelle casse della Roma la clausola di rescissione, ma lo è che Allegri ha chiesto con forza il bosniaco. Le prossime ore saranno decisive.

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