Marcano: “Il livello di competitività è molto alto e deve essere così. Per scegliere la Roma ho guardato il pacchetto completo” – VIDEO

Ivan Marcano, difensore della Roma, è stato intervistato da Roma Radio ed ha parlato anche della nuova stagione. Queste le sue parole:

Come stai? Prime impressioni?
Per il momento tutto bene. Sono qui da poco tempo e mi sto ambientando per cercare di aiutare la squadra il più possibile e al meglio.

Sei un professionista molto serio, ti descriveresti così?
Probabilmente si. Sono stato sempre serio e ha anche a che vedere con le mie origini, con le mie radici. Poi con l’esperienza e col tempo uno acquisisce questa professionalità.

Che livello di competitività hai trovato nella squadra?
Come logico che sia in un grande club deve essere alto nelle partitelle e ogni volta che c’è una competizione.

Te l’aspettavi così la Roma? Qualche tuo compagno lo conoscevi già…
Ho trovato quello che mi immaginavo, giocatori di grande qualità, un grande livello, grande personalità e così è stato. Oltre a Fazio e Kostas consocevo tutti perché ci piace il calcio e qua ci sono soltanto grandi giocatori.

Quanto ha influito nella tua scelta la dimensione internazione della Roma?
Non solo quello. E’ stato positivo per la Roma aver disputato un’ottima stagione, in particolare quella europea. Ho guardato anche a quello che era il progetto, l’idea del club, il futuro e se poteva adattarsi al mio stile di gioco la squadra. Come erano i dirigenti, i compagni di squadra e lo staff, ho guardato al pacchetto completo.

Che cosa significa per un difensore arrivare in Italia?
Ha un grande cultura difensiva e tattica in generale. La tattica è molto sviluppata ma credo dipenda dal club e allenatore che allena quella squadra. In questo momento in Italia ci sono tutti italiani mentre nel passato ci sono stati stranieri che venendo da altre culture calcistiche hanno imposto la loro idea. Più che dal paese soltanto credo dipenda in generale più dal club e dall’allenatore.

Ti sei posto degli obiettivi?
Ognuno ha i propri obiettivi ma credo che debbano sempre venire dopo quelli di squadra, quelli collettivi. Ho già sentito i compagni di squadra e lo stesso mister parlare sempre di migliorarsi e che non ci si deve accontentare maiò. Si viene da una grande stagione, ma è giusto cercare di migliorarsi sempre.

Che effetto fa vedere Bianda, così giovane, arrivare nel tuo ruolo? Che atteggiamento hai?
Sensazioni miste, un po’ mi preoccupa iniziare a vedere compagni di squadra del 2000 (ride, ndr) giocare con me nel mio ruolo, però poi è un orgoglio per me perché vuol dire che sono nel calcio da tanti anni e che approdo in un grande club ormai maturo e questa è la dimostrazione che ho fatto bene.

C’è differenza di preparazione rispetto al tuo passato?
Sono qui da 5 giorni e stiamo lavorando molto bene. Credo che il calcio vada verso una globalizzazione, nel senso che quando si ha una buona idea tutti cercano di seguirla e di adattarsi. Non signifca che tutti lavorino nello stesso modo. Si lavora col massimo impegno, dimostrazione vedere questo ultimo Mondiale dove non è facile battere nessuna squadra ed è la riprova che si lavora bene dappertutto.

Chi lo vince il Mondiale?
La Francia è favorita sulla carta ma lo era anche nell’ultimo Europeo dove ha vinto il Portogallo. La Croazia è una squadra molto forte e competitiva con grande qualità, è arrivata 3 volte ai supplementari e ha sempre vinto. E’ anche forte mentalmente.

Tu capisci tutto in italiano…
Rispetto ad altri compagni che vengono da paesa la cui lingua è molto diversa dall’italiano è un piccolo vantaggio. Si lavora su tutto e si cerca di imparare. In particolare nella mia posizione in campo è importante capire subito e iniziare a dialogare con i compagni ed è quello che sto facendo.

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