Maicon: “Sono contento di potermi allenare con Totti perché non si discutono le sue qualità. Devo ringraziare Sabatini e Garcia. La Roma mi ha dato la possibilità di dimostrare che ero vivo. Florenzi può fare benissimo da terzino, Castan è un campione. Spalletti è entrato nella testa dei giocatori. C’è bisogno della vicinanza di Pallotta. Manca la spinta della Curva Sud”

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Maicon, terzino della Roma, ha partecipato al format di Roma Tv Slideshow, in cui il protagonista commenta alcune immagini significative della propria vita. Queste le parole del brasiliano

Riscaldamento prepartita con il Cruzeiro, a inizio carriera…
E’ un po’ vecchia questa foto. Sto rivedendo dei miei compagni con cui ho giocato a calcio. Questa è una partita della Copa Libertadores se non sbaglio. Sono stati momenti importanti in questo club.

Il suo arrivo al Monaco…
La divisa era un po’ lunga però diciamo che è stato l’inizio della mia carriera nel calcio europeo che era quello che ho sempre sognato e desideravo nella mia vita e grazie a dio sono riuscito a ritagliarmi un bel posto che mi ha fatto crescere tanto nel calcio mondiale.

Mancini…
E’ un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Nel momento in cui sono arrivato all’Inter mi ha aiutato tantissimo e mi ha fatto imparare molto del calcio italiano visto che non è facile da imparare. Sicuramente è stato un pezzo importante della mia crescita nel calcio italiano.

Gol realizzato da Totti quando stavi all’Inter…
Non è un bel momento perché ho subito gol, però di Francesco non c’è neanche bisogno di parlarne per quello che ha fatto nel calcio mondiale. Oggi sono con lui e sono contento di potermi allenare con lui perché non si discutono le sue qualità. Era la partita più difficile del campionato perché Spalletti studiava il nostro gioco e gestiva i nostri punti deboli. Per me Roma-Inter è sempre stata la partita più difficile del campionato. Sicuramente era la partita che mi dava più fastidio, siamo stati tanti anni a lottare per lo scudetto, meno male che l’ho vinto sempre.

Mentre baci il trofeo della Champions League…
Una bellissima foto. Vedere tutte quelle squadre attaccate a questo trofeo e nell’anno 2009/2010 riuscire a baciarla e ad alzarla in un palco importante come il Bernabeu, per me è stato un momento indimenticabile che ho passato con la mia famiglia, che mi aiuta sempre. E’ un trofeo che tutti vogliono conquistare ma è difficilissimo riuscirci perché affronti le migliori squadre del calcio mondiale e quindi è stato un giorno indimenticabile. Per me personalmente e poi per la società perché ha lavorato tanto per arrivare a questo traguardo. Sicuramente anche per il presidente Moratti perché se lo meritava di più dei giocatori e dei tifosi. Sono contento anche per questo.

Mourinho…
Lui è un pezzo importante della storia del calcio, io ho avuto la fortuna di stare per tanti tempi insieme a mister Mourinho quindi non ho niente da dire. Devo solo ringraziarlo per quello che mi ha fatto fare nel calcio e quello che mi ha fatto conquistare. Lui sicuramente è una parte importante di quello che abbiamo conquistato. E’ un allenatore vincente e sa lavorare con i giocatori, si è visto e si vede sempre ogni settimana. Non ora perché non sta lavorando, però si vede che è uno in gamba e dove va fa la storia. Sono contento che abbiamo fatto la storia insieme in una grande società.

Nella squadra FIFA del 2010…
E’ il momento topico di un giocatore stare insieme a grandi giocatori. Per me è stato il momento top della mia carriera fare parte dei migliori undici giocatori al mondo. Non è facile e sono contento di essere arrivato a quel momento. Questo trofeo è in un posto bellissimo a casa mia, devo far vedere a tutti che sono arrivato dove non tutti i giocatori riescono ad arrivare.

Manchester City…
Una scelta non facile. Sono arrivato da una società che mi ha fatto crescere tanto nel calcio ma in quel momento era arrivato il momento di cambiare e ho fatto questa scelta. Era un progetto che stava crescendo, purtroppo non è andata bene non per la società perché è grandissima e si vede anche adesso. Neanche per colpa dello staff e dei compagni, perché l’accoglienza è stata perfetta, ma per l’infortunio che ho già avuto alla seconda partita con questa squadra. Sono stati mesi di difficoltà ma comunque sono stati mesi in cui dovevo vedere la mia forza.

La prima Copa America, nel 2004…
Un momento importante. Per me è stato ancora una dimostrazione di forza, perché sono andato insieme a grandi giocatori, nel mio ruolo c’era Mancini che in Serie A stava facendo paura. Quando sono arrivato ero la sua riserva, poi ho avuto l’opportunità di giocare e mi sono conquistato il posto. Erano giocatori che in quel momento avevano bisogno di una vittoria così, in pochi si facevano vedere perché era una nazionale riserve. Due anni prima il Brasile aveva vinto il Mondiale e fecero la scelta di portare giocatori in crescita e dar loro l’opportunità di fare una competizione importante. È stato un torneo importante e più importante ancora per la finale con l’Argentina, in cui perdevamo 2-1 al 90′ e Adriano inventò un gol. Ai rigori la fiducia aumentò e alzammo la coppa.

I mondiali del 2014…
Mi piace molto questa foto, alla fine non è andata bene perché non siamo arrivati al nostro obiettivo, ma per un giocatore fare un mondiale in casa è roba per pochi. Due anni prima mi davano come finito nel calcio, ho dovuto fare ancora delle scelte, dimostrare ancora che ero vivo. Alla fine mi sono guadagnato questa gioia di fare il mondiale con la mia nazionale a casa mia.

Il 7-1 con la Germania…
Non è un bel ricordo, non eravamo riusciti a fare quello per cui avevamo lavorato. Arrivare in una semifinale a casa propria, con tutti che tifano per te, che ti hanno aiutato tanto… ho ancora dimostrato la mia forza, aiutando un compagno. Avendo fatto il mondiale in Sudafrica non è stato facile, vedere un compagno così mi ha dato la forza di dirgli che doveva rialzarsi, è stato duro perdere così, però la vita non finiva lì. C’è ancora da fare, da lavorare, tanto tempo da vivere. È una cosa che ti porti tutta la vita, anche quando finisci di giocare. Rimarrà sempre nella mente della gente una sconfitta così. Però io ci sono, me lo tengo, mi dispiace che sia andata così, ma la vita continua. Sto ancora a lavorare, a fare quello che mi piace, sono dei ricordi che vanno portati per sempre.

I figli…
Felipe ora è un uomo. Marcela è la mia principessa, è formidabile. È una foto che mi fa venire in mente tutto quello che ho passato nella mia vita per avere queste gioie. Avere un figlio è la cosa più importante per una persona. Non ho niente da dire, sono la mia vita. Faccio tutto per loro, perché quando non fai un buon allenamento, quando litighi con qualcuno, perché succede, arrivi a casa e vedi due faccine così, con dei sorrisi uguali ai miei, dimentichi tutto. Sei ancora una persona viva per fare domani meglio di quello che hai fatto oggi. Una foto bellissima, con questi due regali che mi ha dato Dio. Da parte mia non mancherà niente per loro due e per la piccola, Emanuela, che ha 4 anni. Farò di tutto per vederli sempre sorridenti.

Cafu e il mondiale 2002…
Una foto bellissima. Conoscere questi giocatori per me è stato importante. Cresci, ti danno morale, spinta a fare sempre bene. E poi quando ha lasciato la nazionale, avevano sempre il dubbio sul suo sostituto. Ha fatto la storia del calcio mondiale conquistando tanti titoli dove ha giocato. Poi va chiesto a lui, ma è il momento più importante della carriera di un calciatore. Essere il capitano della propria nazionale e alzare il trofeo è il top. Conosco la sua storia, ha lavorato e ha dimostrato che il percorso che ha fatto per arrivare è stato faticoso ma alla fine Dio ti regala questi momenti. Una foto importante, che sicuramente lui avrà a casa sua e che anche io volevo avere. C’ho provato, ho fatto di tutto. Mi dispiace non aver avuto questo regalo.

La presentazione alla Roma…
Una squadra importante, una squadra che ha il nome della Capitale. Una squadra che mi ha dato l’opportunità di mostrare che ero vivo nel calcio. Una foto bellissima, devo ringraziare tutti quelli che mi hanno voluto, l’allenatore, Rudi Garcia, perché in quel momento arrivavo insieme a lui, mi ha dato l’opportunità di dimostrare il mio valore. È una foto bellissima, spero di aver ringraziato i tifosi facendo il mio lavoro in campo. Sapevo cos’era indossare questa maglia, quando mi hanno chiesto di venire non ci ho pensato due volte. Sono tre anni che sono qui, sono contento per quello che ho fatto e che posso fare.

Sabatini…
Devo ringraziarlo, mi ha voluto. Abbiamo le stesse idee e gli stessi obiettivi. Devo ringraziarlo per quello che mi dice e per l’opportunità di giocare ancora a grandi livelli.

Gli allenamenti…
Vogliamo fare questo. Dall’altro lato è una foto che non mi ricorda belle cose, sono stato fermo per tanto tempo per questa lesione e ho dovuto lavorare. È una macchina che mi porterò fino a casa, mi ha dato un aiuto importantissimo a ridarmi la forza di cui avevo bisogno.

La prima all’Olimpico…
Il gol fu mio, anche se ci fu una deviazione, me lo tengo (ride, ndr). Ho aperto la partita, sapevo che tornavo in nazionale con Scolari, avevo già ricevuto la convocazione, quando parlavo con lui mi diceva sempre di volermi veder giocare, non mi vedeva da un po’ di tempo, aspettava questo momento. È una foto bella per tanti motivi. La ricorderò per sempre.

Il derby…
Un anno prima non era andata molto bene, non voglio neanche tornare indietro a queste parole. In quella settimana mi chiamarono mille persone, il telefono suonava ogni minuto. Era la partita più importante della stagione. Capii il messaggio, cercai di dare il mio contributo anche nello spogliatoio. Sapevo delle qualità, dei compagni che avevo e alla fine andò bene per tutto quello che abbiamo fatto prima della partita, i giocatori capirono, i tifosi capirono che quello che l’allenatore disse era importante. Il derby non si gioca, il derby si vince.

Con Totti e De Rossi…
Averli affrontati e poi abbracciarli in modo così affettuoso non mi lascia parole. Devo solo ringraziarli per l’accoglienza, dal primo giorno del ritiro mi hanno dato la mano. Da quel momento capisci che ti vogliono aiutare. Non devo dire niente, devo solo ringraziarli per come mi hanno accolto.

In posa “a testa alta”…
Non si può mai abbassare la guardia, se l’avversario ti vede sei finito. In questa partita Florenzi fece una grandissima giocata ma sbagliò cross e abbassò la testa, ma succede. Niente di particolare, sto in campo e cerco di dare il meglio per la squadra, era solo un gesto per dire che la partita non era finita. C’era tutto il tempo di fare la stessa giocata. Non abbiamo lo stesso fisico ma si impara in ogni partita, può fare benissimo in questo ruolo.

Rudi Garcia…
Non devo aggiungere nulla, mi ha dato l’opportunità di fare quello che mi piace, in questa foto lui ha fatto la scelta di lasciarmi in panchina, ma lo devo solo ringraziare. Mi dispiace per quello che è successo alla fine, nei momenti in cui eravamo insieme mi ha aiutato.

Il rinnovo…
Una bellissima foto. Mi hanno dato ancora l’opportunità di indossare questa maglia, un giorno importante. Sono veramente contento per la fiducia che mi hanno dato. Devo fare il mio lavoro in campo, solo così avrò la fiducia dei dirigenti.

La traversa a Manchester…
La palla poteva andare dentro. Giocare contro una ex squadra non è facile, dopo il rigore dimostrai la mia forza nel rigiocare ancora, era solo l’inizio della partita. Una grandissima giocata, mi dispiace perché volevo che la palla andasse dentro. Poteva essere una foto ancora più bella.

Juventus-Roma, 5 ottobre 2014.
La foto del campionato. È successo di tutto. Però abbiamo capito tante cose della nostra forza, che ognuno deve fare meglio il suo lavoro e che sicuramente potevamo fare meglio. Tanti giocatori importanti, sono tutti campioni che fanno vedere ogni settimana la loro importanza, che stanno sul pezzo. Una grandissima foto, abbiamo capito tante cose.

Ritiro a Pinzolo.
È quello che piace fare a tutti, lavorare, stare sempre al massimo. Hanno portato questi metodi nuovi, è bello perché tutti i giocatori hanno capito che bisognava fare questo per migliorare.

Gesto del silenzio…
Era per il mio procuratore che mi stava chiamando troppo, gli dissi che non ce la facevo più. Il mister mi ha dato l’opportunità di giocare con l’Udinese, assist e gol. Abbiamo scherzato un pochettino. Ancora una volta ho fatto una grandissima partita, stavo facendo quello che so fare.

Castan…
E’ un grande, è un campione. Prima di avere questo problema ha dimostrato di essere un grandissimo. Ha conquistato tanto. Si vedeva subito che era un grandissimo. Mi piace vedere giocatori così che dimostrano la loro forza in questi momenti. Non è facile, ogni giorno stai lì a vedere i compagni che si allenano e non puoi fare nulla. Non puoi stare lì ad aiutare i compagni, come calciatore non ci sono parole. Sappiamo tutte le sue qualità, ma mi piace che abbia dimostrato la sua forza nel momento che nessuno vuole passare. Lui lo ha passato e ogni giorno sta provando che è una grande persona, che è impressionante.

Barcellona-Roma 6-1…
Affrontare giocatori così non è mai facile. Giocare lì non è semplice, affronti la migliore squadra del mondo. Sicuramente ho bei ricordi di questo stadio, lì facemmo una semifinale importante e la superammo, pur perdendo la partita. Ma porta anche brutti ricordi, prendi bastonate, è una squadra fortissima e se non sei al 120% è difficile fare risultato. Tornare lì è sempre bello, tutto il mondo vede queste partite.

Roma-Spezia…
Questa foto non mi piace. Quello che abbiamo preparato tutta la settimana non era per avere una foto così. È andato tutto storto, giocavi alle 14:30 contro una squadra che non aveva nulla da perdere, i tifosi non c’erano. Una foto brutta, vedi da una parte tutti sfasciati, dall’altra tutti insieme. Fa capire che anche quando affronti queste piccole squadre devi fare di più, devi mostrare il tuo valore. Non è mai facile. Puoi fare 120′ senza tirare mai, è stata una giornata bruttissima, alla fine non abbiamo fatto quello che era l’obiettivo, passare il turno.

L’arrivo di Spalletti…
Lo sguardo è importante, ci siamo stretti la mano. Una foto che ho ingrandito per averla a casa. È un grande allenatore, l’ho affrontato tante volte e avevo voglia di lavorare con lui. Adesso sto riuscendo a realizzare ancora questo progetto. Sono contento che lui sia venuto, conosce bene l’ambiente, si vede che ha già imposto la sua filosofia di lavoro, i giocatori stanno capendo bene. Si vede ogni week-end che stiamo crescendo. Il lavoro in campo è cambiato tantissimo, ogni allenatore ha il suo metodo e fa il massimo. Garcia ha fatto il suo, ora è venuto Spalletti e dalle sue parole nei confronti dei calciatori è entrato nella mente dei giocatori. È uno che conosce tutto, il calcio italiano, meglio di chiunque. Da questo punto di vista è cambiato questo. Sicuramente va dalla testa dei giocatori, se i giocatori capiscono quello che l’allenatore vuole, in campo tutto andrà bene.

Pallotta…
Si vede che è vicino alla squadra, uno stimolo per fare sempre meglio. Sono contento che sia venuto, che è stato vicino alla squadra, la società ha bisogno di avere quello che comanda vicino.

Foto buffe con i compagni…
Momenti belli, sei sempre al lavoro, sempre teso per fare il meglio. Mi dispiace non avere più quattro compagni di queste foto, Holebas, Ljajic, Paredes… ce l’ho ancora sul mio telefono. Una foto bellissima, un momento divertente.

Ingresso in campo all’Olimpico…
La presentazione era una cosa nuova per me, avere 30-40mila tifosi a una presentazione normale è una cosa nuova, fa vedere che i tifosi ci sono. Vedere la Curva che festeggia… senti un rumore impressionante, senti che sono tutti vicino a te, un momento bellissimo, non sono tutti così i tifosi. La Curva manca, ti dà la spinta nel momento di difficoltà. Nei 90 minuti non hanno mai fischiato, è il dodicesimo in campo, dà la spinta, sembra che sono dentro al campo.

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