Ma Spalletti incorona Totti a metà

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Il 17 febbraio, al termine della partita con il Torino, aveva detto provocatoriamente: «Se non rifanno il contratto a Totti non resto». Ma quello di oggi non è solo l’addio di Francesco Totti, è anche quello di Luciano Spalletti. Che anche nella sua ultima conferenza stampa di vigilia non è stato elegante nei confronti del più grande giocatore che abbia mai allenato, ricordando i sei rigori sbagliati nella stagione in cui Totti spinse la Roma a sfiorare lo scudetto e vinse la Scarpa d’oro. Spalletti si preoccupa di chiudere bene il campionato, con la conquista del secondo posto «che mette tutto a posto». Le eliminazioni con il Porto, il Lione e la Lazio bruciano ancora. Ma ora il secondo posto è a un passo ed è un grande risultato: «In questa partita c’è tutto quello che stiamo cercando da un anno. Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo primario, siamo vicini al traguardo e non vogliamo sbagliare. I tre punti sono fondamentali per far venire bene questa festa, perché sennò la festa ce la fanno gli altri…».

IL FUTURO – Quello che conta è il risultato sul campo. Il Totti- day verrà dopo: «Francesco giocherà un bel pezzo di partita, quello più importante secondo me» assicura Spalletti, che darà spazio al capitano nel secondo tempo, magari non solo per una manciata di minuti. E quando parla di Totti abbandona l’aplomb iniziale: «C’è da vedere quello che sarà il suo sentimento, che cosa gli dice di fare perché effettivamente ancora si deve esprimere. Vorrei sentirlo contento della decisione da prendere per il suo futuro». Che non deve interessargli molto, visto che il suo sarà da un’altra parte: «Prima bisogna arrivare in fondo. Se confermo che l’Inter sarebbe eventualmente la piazza prescelta? Io confermo che tento di fare il meglio per l’ultima partita. In questo momento c’è da pensare a vincere col Genoa. Il resto non conta». Parla come uno che sa che andrà via: «A Roma si può fare benissimo, basta che sia chiaro che si lavora tutti nella stessa direzione come un corpo unico. Poi gli allenatori si cambiano. Io non so se la Roma cambierà tecnico, per- ché poi con la società ci incontreremo in settimana». L’appuntamento è già fissato in agenda, col presidente Pallotta che sbarcherà stamattina nella Capitale. Spalletti stasera potrebbe non parlare, rinviando l’incontro con i giornalisti a inizio settimana: «Lunedì o martedì ci vediamo per dirci due cose. Adesso c’è da dare spazio alla partita e a Totti». Altre parole che hanno il sapore del testamento: «Ho avuto la fortuna di allenare dei campioni, e se non ho vinto nessun titolo la responsabilità è mia. È vero, abbiamo perso delle partite fondamentali, ma mai preso imbarcate. E ripartire da zero tutte le volte è stata la qualità di questa squadra fortissima, che non ha mai tradito».

TOTTIQuando passa ad approfondire il discorso su Totti ha una caduta di stile: «Sono uno fortunatissimo, ho avuto la possibilità di apprezzarlo non solo in partita. L’ho visto segnare tante volte. Se penso a Francesco penso alla sua qualità, alla sua forza, alla sua personalità e al suo carattere in campo. Totti è un dono che ci è stato fatto a tutti quelli che amano questo sport. Qui gli vogliamo tutti bene, poi ogni tanto però viene usato per altri fini. Ci sono stati dei momenti in cui non ho condiviso le sue prese di posizione, ad esempio nella mia prima esperienza a Roma mi andò poco bene vederlo sempre rigorista anche dopo che ne aveva sbagliati sei di fila (nel 2006-2007, ndr) È vero, lui ne ha molte di qualità, ma in qualcuna deve fare delle conoscenze più approfondite perché essere capitano e leader di una squadra vuol dire poi qualche volta donarsi agli altri. Lo ha anche fatto, ma non è arrivato agli altri il suo messaggio. Non ci dobbiamo accontentare se vince Totti, deve vincere la Roma». Dalla prossima settimana lui penserà a far vincere l’Inter.

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