L’urlo: «Roma corri»

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Se per la Roma quella di Bergamo è una trasferta tabù, Eusebio Di Francesco alla prima di campionato ha imparato a vincere. Nei cinque esordi in serie A, dopo due sconfitte e un pareggio, il tecnico abruzzese ha vinto le ultime due sfide alla guida del Sassuolo. Due anni fa dando il primo dispiacere a Sarri sulla panchina del Napoli, nella scorsa stagione andando a vincere a Palermo. Ma questa prima partita di campionato è diversa dalle altre, al suo sesto campionato di A. Adesso guida la Roma ed è condannato a vincere, con la pressione a mille e con la difficoltà di dover cominciare la stagione ufficiale con la squadra ancora incompleta, senza due giocatori fondamentali, che dovrebbero prendere il posto di due titolari della passata stagione, vale a dire Salah e Rüdiger. Il tecnico abruzzese ha evitato riferimenti al mercato, ma ha inviato un messaggio chiarissimo alla società, assumendosi lui tutte le responsabilità della sconfitta di Vigo, un incidente di percorso al termine della preparazione che ha fatto discutere, anche troppo, dentro e fuori Trigoria. Di Francesco è concentrato sulla partita di oggi a Bergamo, della quale conosce le difficoltà: «L’obiettivo è partire forte e fare un buon risultato a Bergamo. La partita di Vigo non mi è piaciuta per niente, per quello voglio una grande prestazione, sono convinto che entreremo in campo con molta determinazione perché affronteremo una squadra forte. Sono convinto che sarà una partita difficilissima, ma anche loro troveranno una avversario che ha voglia di imporre il proprio gioco».

COLPA MIA – Gli sono arrivate addosso le critiche già ad agosto per mezza partita sbagliata in Spagna. E allora Di Francesco mette tutti a tacere: «La colpa dei primi trenta minuti giocati a Vigo è solo mia. Devo dimostrare che la squadra non è quella. Questo precampionato comunque è stato utile, è stato meglio aver sbagliato prima visto che ora si comincia a fare veramente sul serio. E io sono serenissimo, il lavoro e il campo daranno le risposte, e spero che già da Bergamo si parlerà in maniera differente di quelle che sono le ambizioni della Roma». Punto nel vivo ha risposto con orgoglio: «Mi sembra assurdo mettere già in discussione il 4-3-3 che è un sistema di gioco che a me personalmente ha dato tanto e che può dare tanto anche alla Roma. Perché devo cambiare qualcosa per quei trenta maledetti minuti di Vigo? Per far contento chi? Ma tanto qui a scegliere è solo uno, e sono io. Andremo avanti col 4-3-3 che è un sistema dinamico e non statico. Io non voglio togliere le qualità dei miei calciatori o le loro individualità, al contrario voglio cercare di esaltarle in un sistema di gioco organizzato. Farò vedere di non essere un integralista. Ho le mie idee, non mi interessa scimmiottare gli altri, e se sono stato scelto è per portare avanti la mia filosofia».

IN ATTESA – Sul mercato è in attesa e non manifesta preoccupazione: «Non è il momento di parlare di nuovi acquisti, nella testa deve esserci solo l’Atalanta. Ma alla chiusura del mercato mancano ancora undici giorni e può succedere di tutto, in tutti i ruoli. Non siamo sciocchi, dopo queste due prime gare di campionato faremo le nostre valutazioni». È alla sua prima partita ufficiale sulla panchina della Roma, che si presenta completamente trasformata rispetto alla passata stagione. Di Francesco non ama parlare dei singoli, ma indica un giocatore che lo ha sorpreso in precampionato: «Ci sono calciatori di qualità, uno di quelli che ha qualità enormi e può fare ancora meglio è Nainggolan. Sa fare benissimo le due fasi, non importa se farà più o meno gol dello scorso anno, può dare ancora di più. In allenamento e nei vari test che ho fatto mi ha sorpreso per qualità fisiche e tecniche».

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