Corriere dello Sport – Tutti con Lucho solo in pubblico

«Ringrazio per gli elogi, ma pubblicamente è più facile parlare bene che criticare» . In questa frase di Luis Enrique c’è probabilmente tutta la verità su una situazione particolare che si sta vivendo alla Roma in questo periodo. Tanti i giocatori giallorossi, praticamente tutti coloro che hanno avuto la possibilità di fornire il loro parere, sono dalla parte di Luis Enrique. Schierati nettamente e senza alcun dubbio a favore della riconferma del tecnico spagnolo. Per non parlare dei complimenti che alcuni componenti dello spogliatoio romanista hanno speso durante la stagione per Lucho. Eppure, proprio nel corso del primo anno di questa nuova avventura, alla Roma non sono mancati gli episodi che hanno visto i giocatori, sempre tanti, arrivare allo scontro con l’allenatore: diverbi, contrasti, frizioni, diversità di vedute. Che succede? Probabilmente il forte appoggio che la società sta concedendo tuttora a Luis Enrique ha convinto anche la squadra: come a dire che se il futuro è lui meglio parlarne bene, che «pubblicamente è più facile che criticare» . Ma non si può non credere ai pensieri che con tanta convinzione i giocatori hanno manifestato.(…)

EPISODI – Perché, come detto, durante la stagione che si concluderà domenica prossima a Cesena non sono mancati gli episodi che potevano far pensare a un rapporto “difficile” tra Luis Enrique e lo spogliatoio. A partire dai primi impegni, nell’agosto dello scorso anno. Quando nel play off di Europa League il trattamento che Luis Enrique riservò a Totti lasciò a dir poco perplesso lo stesso capitano. Escluso all’andata, sostituito al ritorno. Più avanti fu Totti a parlare di «chiarimento» tra i due: da allora complimenti reciproci, ma i primi passi non furono semplici. Per non parlare di quelli mossi da Luis Enrique con Juan: nella prima parte della stagione, per il tecnico il brasiliano non era pronto fisicamente, mentre l’impressione del giocatore era molto diversa. Si andò avanti così per oltre un mese, prima che Juan fosse preso in considerazione: anche il brasiliano, in quel periodo, non era affatto contento. L’altro centrale, l’argentino Heinze, provò a criticare l’assetto difensivo della squadra dopo Roma-Milan (3-2 per i rossoneri il 29 ottobre 2011): a Novara, nella partita succesiva, dopo il confronto di Trigoria, Heinze finì in panchina.

PUNIZIONIOsvaldo e De Rossi invece hanno pagato con l’esclusione l’aver trasgredito «il patto» , come proprio Luis Enrique l’ha definito. L’attaccante è stato escluso dal match di Firenze per la lite di Udine con Lamela: l’italoargentino non fu contento di saltare la sfida con una delle sue ex squadre. Il mediano pagò il lieve ritardo alla riunione tecnica prima della partita di Bergamo: escluso. Entrambe le scelte, hanno sempre fatto sapere da Trigoria, furono del tecnico. Che proprio a Bergamo punì anche Kjaer che nella stessa riunione a cui De Rossi arrivò tardi provò a ribattere una scelta tecnica che lo vedeva prima in campo e poi (dopo lo stop al mediano) in panchina.

CAMBIOCassetti chiese di non giocare più centrale: non si è più visto. Per non parlare di Pizarro e Borriello che, sia per questioni tecniche che caratteriali, sono partiti per lo scarso feeling con Luis Enrique. Possibile che dopo un percorso così travagliato ora siano tutti dalla parte di Luis Enrique. Possibile, evidentemente. (…)

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

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