La Repubblica – Luis Enrique, prima stracittadina: “Questa è una partita speciale”

Lo spirito goliardico del derby di Roma, è riuscito a trasformare in un sorriso anche il broncio di Luis Enrique. «Quando faccio la spesa all’Olgiata, la gente mi ferma e mi dice “Mi raccomando il derby”. Che questa è una partita speciale l’ho capito due mesi fa». Speciale come il clima dei giorni antecedenti, con la goliardia di Totti per «L’uomo derby» Reja: «Qui si scherza molto sul derby — ammette Luis — ma ho rispetto di avversari e allenatori». Nessuna concessione all’emozione della prima volta. Per i suoi predecessori Ranieri e Montella, l’esordio da derby ha fatto rima con trionfo. Luis, alle speranze, preferisce le promesse: «Come sempre la Roma farà il possibile per vincere. La Lazio è il nostro grande rivale, questa è una sfida particolarmente importante per i tifosi».
Quasi 25 mila i romanisti già minuti di un biglietto per l’Olimpico. Ci sarà anche DiBenedetto: sbarcherà per pranzo nella capitale (Baldini è da ieri a Reggello), ma la vigilia del derby non gli ha risparmiato critiche per la sorpresa stipendio. L’aria della sfida capitale, però, soffia più forte delle polemiche, anche sui giocatori: «Importante è controllare le emozioni, la testa dei giocatori», spiega l’allenatore. Con una certezza:
«Non c’eravamo mai allenati così bene, la fiducia cresce con i risultati. Ma non è alla lavagna che si fanno errori ». Sul campo invece, Luis lo sa, la storia sarà tutt’altro che semplice: «Noi lavoriamo su un progetto, la Lazio è una squadra fatta, può contare su grandi attaccanti come Klose e Cisse». Senza Totti («Sarebbe stato importante»), Luis Enrique si affida a Pjanic — «È al cento per cento» — per far fronte a timori che alimentano rituali e misteri. Venerdì, allenamento blindato dalla polizia. Ieri, l’opposto: colloquio sotto gli occhi di cronisti e curiosi, con i titolari Burdisso, J. Angel, De Rossi, Perrotta e le possibili sorprese Greco, Kjaer e Cassetti. Il terzino in vantaggio su Rosi, per gli altri due sfida all’ultimo respiro con il jolly da derby Simplicio (un gol, due rigori procurati) e l’intoccabile Heinze. Il gioco delle tre carte: almeno una, sarà quella vincente?
La Repubblica – Matteo Pinci

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