Luciano e Roberto: quando il cambio fa rima con svolta (e con rimpianto)

spalletti

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Fa bene Maurizio Zamparini, benedetto uomo. Fa bene lui a cacciare gli allenatori, a cercare nuove formule magiche. Il problema è trovarle. Il problema è quel tastierino dello smartphone che non digita mai il numero giusto. Tretrecinque… e poi? E poi, Maurizio, dai retta a noi. Chiama questi due qui, Spalletti Luciano o Donadoni Roberto. Due che a quell’eterno dilemma del calcio italico — cambiare allenatore conviene o no? — hanno dato una risposta chiara e inequivocabile. Roma e Bologna ancora sono indecise se benedire il giorno che si sono decise a convocarli in sede, o riempire l’animo di rimpianti per non aver svoltato prima.

CHE MEDIE – Presto che è tardi. È tardi per la Roma, tornata a rincorrere la Champions. Ma l’effetto fionda non è sufficiente per cullare sogni scudetto. E non è sufficiente neppure per il Bologna, che con Donadoni sfiora ritmi da Europa League. Li sfiora persino adesso, che da sei giornate non vince e da tre consecutive perde. Ma 30 punti in 21 giornate valgono un rendimento da settimo posto. Spalletti a 30 non è ancora arrivato: 29 punti in 12 giornate, seconda posizione virtuale dietro all’inarrestabile Juve. Che poi non è l’aggettivo giusto. La Juve s’è arrestata eccome, il 19 febbraio. Contro il Bologna, unica a fermare i bianconeri nelle ultime 22 giornate. «E quella partita lì potevano pure vincerla, quindi orecchie dritte — dice Spalletti —. Donadoni è uno che insegna calcio. E il calo di queste giornate è frutto della bravura dell’allenatore: forse i giocatori si sono sentiti già salvi». Non succederà oggi, a sentire Donadoni: «Venderemo cara la pelle, pur con tante assenze. Contro le grandi abbiamo sempre fatto bene».

TOTTI E MAICON – Spalletti non abbassa la tensione. Neppure nelle dichiarazioni: «A qualche giocatore starò pure sulle scatole… C’è chi te lo dice e chi no. Maicon me l’ha detto, poi in allenamento ha dato il massimo». Poi su Totti: «Io lo tratto come un calciatore vero, sono uno dei pochi. Chi gli dice “bello, bravo” non gli vuole il bene che gli voglio io. Poi l’altro giorno non si è allenato e ieri (sabato, ndr) ha fatto metà seduta… Ma qualsiasi sia il suo ruolo in futuro, noi correremo nella stessa direzione». E sì che Spalletti corre.

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