Lotito, squalifica ridotta: sconcerto della Procura

Corriere della Sera (S. Agresti) –  Hanno ridotto la squalifica di Lotito per il caso tamponi: da un anno a due mesi. E, così, hanno salvato il suo posto all’interno del Consiglio federale: sarebbe decaduto se fosse stata confermata la sentenza di aprile, perché avrebbe superato la soglia dei dodici mesi complessivi di sospensione nell’arco di un decennio. Il parziale colpo di spugna è opera della Corte federale d’appello, lo stesso organismo (ma con una composizione diversa) che lo aveva sanzionato sei mesi fa; il Collegio di garanzia del Coni aveva inviato indietro gli atti, invitando a rivedere la sentenza. Detto, fatto.

La decisione della Corte d’appello è stata accolta con sconcerto dalla Procura federale a causa della levità delle sanzioni a fronte di una colpa che — secondo l’organismo presieduto da Chiné — è decisamente grave, ovvero la violazione del protocollo anti-Covid. Lo stupore riguarda proprio la discrasia esistente tra altre sentenze e questa; di sicuro si ritiene che, in tal modo, la linea del massimo rigore auspicata per situazioni del genere sia stata tradita. Ci si attendeva, al limite, che venisse ripristinata la decisione del Tribunale Federale, il quale aveva inibito Lotito per sette mesi.

Di fronte a una sentenza del genere non è affatto escluso che la Procura ricorra a sua volta al Collegio di garanzia del Coni. La replica di Romano Vaccarella, legale di Lotito: “Sono state respinte le assurde richieste della Procura: c’è soddisfazione per la sentenza. Sconcerto della Procura? Gli è andata di lusso”. La Corte d’appello non ha ridotto solo l’inibizione di Lotito ma anche quella dei medici Pulcini e Rodia, da 12 a 5 mesi, e la multa per la Lazio (50 mila euro). Il caso tamponi, però, potrebbe non essere ancora concluso. E non solo per la possibile iniziativa della Procura. Pulcini, ad esempio, non molla: “Non ho mai fatto giocare un calciatore positivo, intendo ricorrere perché voglio l’assoluzione piena”.

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