Lo stadio della Roma, psicodramma politico-burocratico

Corriere della Sera (S.Rizzo) – Quello di Stella Cristina Grancio è il primo caso in cui prende corpo la minaccia di far pagare ai dissenzienti grillini la penale di 150 mila euro: come da contratto firmato con il vertice del Movimento 5 stelle all’atto di affrontare la sfida elettorale. Non conosciamo le disponibilità economiche della consigliera comunale sospesa dal M5S per aver osato sollevare perplessità sull’iter dello stadio della Roma (indigesto anche a una parte del suo partito), ma dubitiamo che pagherà. L’interpretazione del contratto sarebbe dalla sua.

Ma al netto di questo surreale dettaglio, l’episodio sottolinea le dimensioni stellari dello psicodramma politico e burocratico raggiunte dello stadio della Roma. Con lo stato che smentisce se stesso: bocciando in sede di parere unico il vincolo apposto dalla propria Soprintendenza sulle tribune di un ippodromo che dovrebbero essere abbattute. Peraltro in presenza di un giudizio opposto emanato in precedenza dalla direzione dei Beni culturali del Lazio e mentre la Sovrintendenza comunale propone salomonicamente di trasferire chissà dove quella costruzione immensa in cemento armato. Ma si scopre pure che con il nuovo progetto la viabilità conseguente non rispetterebbe le condizioni di sicurezza richieste dalla prefettura. E lasciamo perdere il resto.

Non si può invece sorvolare su un’altra questione. Il Pd, che con Ignazio Marino aveva fortemente sostenuto il progetto, ora è contrario. Fermamente. Il Movimento 5 stelle, che era contrario al punto da presentare un esposto, firmato a suo tempo anche da Virginia Raggi in cui si definiva «scellerata» la scelta di Tor di Valle, oggi è invece favorevole. Al punto da sospendere chi dissente. Naturalmente, dopo aver sconfessato la tesi del suo ex assessore Paolo Berdini (confermata però allora pubblicamente dalla sindaca), che pretendeva il rigoroso rispetto del piano regolatore. Del resto, come diceva Otto Von Bismarck (e hanno ben imparato anche dalle parti del Movimento 5 stelle), la politica è l’arte del possibile. Il problema, adesso, è solo spiegarlo ai cittadini.

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