L’Italia di Ventura perde i pezzi. Dopo Belotti k.o. anche De Rossi

Corriere della Sera (A.Bocci)Il Mondiale in bilico è anche una questione di sfumature. «Restare a casa sarebbe un’apocalisse», aveva detto Carlo Tavecchio, numero uno di via Allegri, dopo la dura sconfitta in Spagna. Giovanni Malagò, presidente del Coni, intervistato da Radio anch’io sport, considera l’eventualità «una tragedia sportiva considerando che solo nel ’58 non ci siamo qualificati». Gian Piero Ventura, interpellato a Coverciano nel primo giorno di lavoro della Nazionale, definisce l’ipotesi di una mancata qualificazione «una catastrofe» e lo fa un po’ perché lo pensa, molto per esorcizzare un evento che spariglierebbe le carte, mandando in crisi tutto il sistema calcio. Nel ’58, per citare l’esempio di Malagò, il Coni commissariò la Federcalcio. Ora non sarebbe più possibile, ma è chiaro che la posizione di Tavecchio, senza il biglietto per Mosca, sarebbe a rischio.

Come quella dello stesso Ventura, che si trova seduto sul vulcano azzurro e deve gestire il lungo avvicinamento ai playoff di metà novembre, insidioso come la lama di un coltello. L’inizio non è stato incoraggiante. In vista delle partite con Macedonia (venerdì a Torino) e Albania (lunedì a Scutari), da vincere non tanto per mettere al sicuro il secondo posto nel girone (ci manca un punto solo) quanto per migliorare il ranking e avere la certezza di essere teste di serie nel sorteggio del 17 ottobre a Zurigo, l’Italia ha perso il centravanti titolare ed è rimasta senza centrocampo. Il problema più serio è Belotti: «Abbiamo usato al Torino la cortesia di non farlo venire a Coverciano ma non sapevo che lo avevano portato a Roma per un consulto», dice il c.t. La Federcalcio è un po’ infastidita, ma tutto passa in secondo piano quando viene fuori la diagnosi del professor Cerulli: «Lesione tra primo e secondo grado del legamento collaterale e capsulare mediale del ginocchio destro». Il Toro ha scelto la terapia conservativa e spera di riaverlo in un mese. Ma i tempi potrebbero dilatarsi. Il Gallo, 4 gol in 11 partite azzurre, rischia di saltare il playoff. Un colpo bassissimo.

Il centrocampo è sparito, disintegrato dal turno di campionato: domenica per il solito malanno agli adduttori ha dato forfait il cagionevole Verratti. Ieri se ne sono andati i due romanisti, Pellegrini per un problema al polpaccio e De Rossi per un’infiammazione tendinea al ginocchio. Ventura, che aveva già chiamato Barella, ha inserito nel gruppo un altro debuttante, Cristante e rilanciato Gagliardini. «Ma spero che non capiti più niente perché le soluzioni sono finite. Del resto quello che offre il campionato è sotto i vostri occhi…». In attacco ci sarà Inglese: «L’ho chiamato perché è stato agli stage e conosce le nostre dinamiche». Niente Zaza e neppure Balotelli, che hanno ripreso a segnare con regolarità. «Ma sono fuori da tanto. Ci stiamo giocando il Mondiale e ho bisogno di certezze. Dopo sarà diverso. Non dimentico nessuno». Ci attendono giorni complicati. «Di tutte le cose che possono capitare a un presidente di una Federazione, fallire il Mondiale è quella da non augurare…», dice sibillino Malagò riferendosi a Tavecchio. Ventura prova a scacciare i fantasmi: «Sapevamo che i playoff erano una possibilità concreta». E con lui si schierano Immobile e Insigne, pronti al riscatto dopo la Spagna. «Gli spareggi non ci fanno paura, cercheremo di affrontarli nel modo migliore. Vogliamo andare in Russia». Senza il Gallo Belotti, Immobile rischia di essere il solo gallo al centro dell’attacco. Il 4-2-4 potrebbe andare in soffitta, magari a vantaggio del 3-4-3. Coverciano svelerà quest’ultimo mistero.

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