L’Europa primo passo. Il casting dei Friedkin per la Roma del futuro

La Repubblica (M.Pinci) – All’Amsterdam Arena, l’8 aprile, la Roma non si giocherà solo i quarti di finale di Europa League. A 30 anni dall’ultima finale europea, il futuro della squadra italiana che più di tutte ha contribuito al ranking UEFA negli ultimi 5 anni (Juventus esclusa) passerà dalle emozioni che saprà offrire a Dan e Ryan Friedkin. Tutto cominciò con la Brexit: “Dove spostare i nostri interessi europei?“, si sono chiesti i texani. Dopo aver scartato Francia e Germania hanno scelto Roma. E la Roma in vendita era una grande occasione. Tramite il calcio attirare investitori per un nuovo polo dell’industria automobilistica, dell’intrattenimento di lusso e dello sviluppo sostenibile. Poi c’è il calcio, intorno a cui ruota tutto il progetto. Dalla torretta che domina Trigoria padre e figlio osservano, poi decidono. Studi, statistiche e analisi, strumenti base del loro porgetto sportivo.

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Hanno indicato al gruppo una rosa di allenatori giovani con esperienza nelle coppe. In cima alla lista c’è Julian Nagelsmann del Lipsia. La dirigenza è realista e non ha scartato l’opzione che più piacerebbe ai tifosi: Massimiliano Allegri. Fonseca non è fuori, una clausola gli permette di rinnovare se arrivasse quarto. L’Europa è il maggiore alleato del mister portoghese. Fonseca ha dimostrato di saper navigare nelle acque agitate della capitale nonostante gli infortuni a partire da Zaniolo. Se la Roma ha recuperato Dzeko il merito è anche di un gruppo: Pellegrini, Cristante, Mancini, Spinazzola e Mirante. Al club sono stati offerti poi due gigante: Icardi e Aguero.

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