Repubblica.it – La Roma naufraga. Lecce spera ancora

Anche all’ultima chiamata per la Champions, la Roma non risponde e consente al Lecce di ritrovare il sorriso dopo una settimana di grandi amarezze per le notizie provenienti dalle indagini a Bari sul calcioscommesse. Una storica vittoria (prima in casa contro i rivali, al 16° tentativo) che forse servirà poco in chiave salvezza ma che sicuramente rasserena un ambiente decisamente scosso. Sulla Roma c’è poco da dire. Non solo perché emblematico di quanto ha prodotto in campo ma anche perché ha, per l’ennesima volta, evidenziato difetti stranoti. Talmente stranoti da dover, a questo punto, far riflettere la società anche sulla gestione tecnica.

ROMA SENZA PERSONALITA’ – Persi Totti e Simplicio ma recuperato Heinze, Luis Enrique ha provato a giocarsi le proprie carte rialzando De Rossi in cabina di regia e calando il tridente Lamela-Osvaldo-Bojan ma la squadra lo ha tradito, mostrando un incomprensibile atteggiamento molle e privo di personalità.

MURIEL BEFFA LA DIFESA DELLA ROMA – L’ideale per un concentrato Lecce che si è ritrovata apparecchiata esattamente la partita che sognava: i salentini sono rimasti abbottonati tutti dietro la linea della palla e, appena hanno potuto, hanno fatto male di rimessa. E la differenza l’ha fatta, inevitabilmente, Muriel che, dopo essersi visto ingiustamente fermare in fuorigioco al 13′, si è rifatto con gli interessi al 22′ sfruttando l’ennesima pessima linea difensiva ospite: si è presentato solo davanti a Stekelenburg e ha comodamente insaccato a porta vuota.

NIENTE MARCATURE, DI MICHELE RADDOPPIA – Neppure il gol ha risvegliato una Roma abulica e senza idee, capace di produrre solo un tiro da fuori di Bojan per giustificare la presenza tra i pali di Benassi. Il Lecce ha controllato e, alla seconda opportunità, ha raddoppiato, sfruttando un’altra cronica mancanza della difesa di Luis Enrique: la marcatura sui calci da fermo. Nessuno ha controllato prima Tomovic, poi Miglionico, quindi Giacomazzi e, infine, Di Michele, che indisturbati, hanno giocato a carambola confezionando una rete di ottima fattura.

MURIEL DEVASTANTE – Chi si aspettava una scossa nella Roma dopo l’intervallo è rimasto deluso. In campo è tornata una squadra sola, il Lecce, che grazie allo scatenato Muriel, capace di mandare in tilt l’intera retroguardia ospite, ha prima triplicato e poi conquistato il rigore del 4-0, trasformato con freddezza da Di Michele.

ROMA, REAZIONE TARDIVA – Stordita, la Roma ha avuto bisogno di un evidente calo di concentrazione degli uomini di Cosmi per rendere meno pesante, almeno nelle dimensioni, il ko nel finale: ma le reti, seppur pregevoli, di Bojan e Lamela su punizione non fanno altro che aumentare i rimpianti dei tifosi romanisti che da stasera si sentono ancor meno rappresentati, caratterialmente, da questa squadra.
Repubblica.it – Jacopo Manfredi

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