Le altre pagelle – Tra rivoluzioni riuscite (quella di Dazn) e fallite (quella della Juventus e della tecnologia applicata allo sport)

Pagine Romaniste (M.Rossi) – Tempo di riflessioni in occasione della sosta per gli impegni della Nazionale: Dazn rompe posizioni di potere consolidate, mentre all’interno del mondo del calcio, tra poteri incancreniti, eterni ritorni e rivoluzioni mancate, si fatica a trovare un cambio di passo.

Prandelli 10 – Il volto vissuto, il look ostinatamente démodé e lo sguardo velato degli ultimi tempi gli regalano le sembianze di Don Fabrizio Salina, ormai pronto a lasciare un mondo che non gli appartiene e nel quale non si riconosce più. Una sensibilità fuori contesto e per questo ancora più preziosa, in un ambiente dove vince sempre chi ha più pelo nello stomaco.

I soliti noti (e i loro sempre più audaci colpi) 10 – E a proposito di gente col pelo sullo stomaco, l’irresistibile fascino del male ci porta a dare il massimo dei voti anche a quei personaggi che infestano il mondo del calcio e, facendo la gimkana tra leggi mal scritte, vuoti normativi e interpretazioni lascive, “riescono ad attraversare fiumi di merda, uscendone puliti e profumati” (citazione da “Le ali della libertà”, uno dei film più belli della storia del cinema: se non lo avete visto, peggio per voi).

Allegri 8 – Lo rimpiange la Juventus, lo sogna la Roma, lo cerca mezza Europa. Di imprese sportive ne ha compiute tante, ma quella di essere considerato il miglior allenatore della stagione 2020-2021 senza allenare nessuna squadra, è forse quella più clamorosa.

Mancini 7 – Non sempre gli allenatori di club di successo si rivelano altrettanto validi selezionatori. Ma Roberto Mancini pare avere tutta l’intenzione di non farsi prendere a pesci in faccia da tifosi, critica e giornalisti, come successo alla stragrande maggioranza dei suoi predecessori. Il gioco non è ancora da stropicciarsi gli occhi (quando mai lo è stato con la Nazionale italiana?), ma la sostanza (leggi: punti) c’è eccome.

Appeal calcio 5 – Sabato scorso hanno seguito la partita dell’Under21 meno di tre milioni di telespettatori con l’11% di share, quando appena due anni prima la sfida con la Spagna aveva sfiorato il 30%. E anche la Nazionale maggiore, pur portando a casa buoni risultati, ha fatto segnare risultati lontani dai tempi d’oro. Effetti del covid, poca pubblicità e scarso appeal delle partite avranno influito, ma qualche riflessione sulla credibilità (bassa) del nostro calcio sarebbe opportuna farla.

Sky 4 – Evidentemente troppo impegnati nel celebrarsi davanti allo specchio al mantra “quanto siamo belli e fighi”, la piattaforma italiana si distrae e perde la ciccia della Serie A, insieme a svariati clienti più o meno affezionati (sempre meno, a giudicare dalle recensioni sui canali social ufficiali). D’altra parte la multimedialità trasversale ha reso sempre più complessa la competizione per accaparrarsi i prodotti migliori: bei tempi quando l’unico competitor era la debole (almeno sul mercato) Premium.

Juventus 4 – A cent’anni di distanza e in concomitanza con il nuovo corso post-allegriano, i dirigenti bianconeri hanno provato a inaugurare una sorta di “biennio rosso” per migliorare la propria posizione rispetto al gotha del calcio mondiale, solo che in questo caso il “rosso” non è dato dal perimetro ideologico delle conquiste reclamate, ma dal colore degli ultimi bilanci societari. Forse è questo l’aspetto più inquietante del nuovo corso, ancor più della perdita di competitività dentro e fuori i confini nazionali.

Il Var e i suoi fratelli 2 – L’uso del Var a capocchia (pratica ormai abituale nel nostro campionato), il mancato utilizzo dello stesso che ha fatto smoccolare Cristiano Ronaldo in Europa e, ancora, l’interpretazione a intermittenza ammirata in Formula Uno sulla possibilità di uscire o meno di pista nella famigerata curva 4 del Gp del Bahrain: la regola per cui video, replay e tecnologie non servono a nulla se disinnescati dall’impreparazione o dalla manifesta incapacità di chi li gestisce travalica confini geografici e sportivi e diventa patrimonio universale.

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