Lazio, difesa a tre Keita in panchina

Corriere dello Sport (F.Patania) – Keita in panchina per il derby di Coppa Italia. Il senegalese viaggia verso l’esclusione dal blocco dei titolari. La notizia rimbalza dal ritiro di Formello e in queste ore farà rumore, ma può avere una logica se inquadrata nel tipo di partita a cui sta pensando Inzaghi. Intensità, compattezza, aggressività, corsa e anche un difensore in più, al posto di un attaccante, per contenere la Roma nella semifinale d’andata in cui sarebbe opportuno non prendere gol, non solo provare a segnarne. La qualificazione si deciderà in 180 minuti, ci sarà una partita di ritorno tra un mese e questa sera la Lazio non potrà contare su Radu, Lulic e Patric, squalificati. La copertura della fascia sinistra ha riempito negli ultimi giorni tutte le valutazioni e le riflessioni dello staff tecnico. Inzaghi appare orientato a scegliere per la logica e per il rispetto dei ruoli. Toccherà a Jordan Lukaku, esterno mancino, fisico e velocità impressionanti, molto meno affidabile nella fase difensiva. Inevitabile virare sulla difesa a tre per dargli minori responsabilità nella lettura degli inserimenti di Salah (o Perotti). Il belga dovrà vedersela con Bruno Peres, di cui almeno potrebbe avere lo stesso passo. Inzaghi ha chiesto distanze corte tra i reparti, l’approccio giusto, vuole aggressività e una squadra feroce, pronta a togliere il respiro alla Roma. Primo obiettivo: chiudere le linee di passaggio e non concedere un palleggio facile ai giallorossi. Così potrebbe scegliere (almeno queste erano le indicazioni della rifinitura) un atteggiamento tattico speculare. Fuori Keita per sistemare Felipe Anderson e Milinkovic a ridosso di Immobile. Il fisico del serbo per contrastare Paredes e per aiutare Ciro con i suoi colpi di testa. Maggiore libertà al brasiliano per non dare punti di riferimento precisi alla difesa della Roma. Un tridente più pesante e meno fantasioso, come in fondo predilige Spalletti con Salah e l’incursore Nainggolan a sostegno di Dzeko.

MUSCOLI – L’esclusione di Keita farà rumore, ma il 4 dicembre Inzaghi lo impiegò dall’inizio e forse si pentì, perché nella ripresa non aveva più carte di livello in grado di sparigliare. Il senegalese concentra i suoi lampi in mezz’ora di intensità. Questo sarà un derby lungo 180 minuti e averlo a disposizione per l’ultima frazione di partita potrebbe rivelarsi una mossa intelligente o almeno in linea con le risorse limitate in panchina. Inzaghi in fondo potrebbe aver avuto la stessa idea tattica di Pioli. Anche l’Inter domenica ha scelto il 3-4-2-1 per sfidare la Roma, ma la differenza consisterà nelle caratteristiche degli interpreti. I nerazzurri hanno rischiato e osato con Candreva e Perisic a tutta fascia. Inzaghi si opporrà con Basta e Lukaku a Emerson e Bruno Peres. Meno tecnica ma più muscoli. La difesa a tre avrà il compito di arginare le punte e gli incursori romanisti. De Vrij si incollerà a Dzeko. Serviva un veloce, uno pronto a mordere le caviglie di Nainggolan, e Inzaghi appare deciso a scegliere Bastos per aggredire il belga. Per la sostituzione di Radu invece si affiderà al senso tattico e alla voglia di riscatto di Wallace, a cui chiederà di cancellare l’errore che regalò il gol a Strootman nel derby del 4 dicembre. Il brasiliano sarà preferito a Hoedt, inadatto alla difesa a tre e con le leve troppo lunghe per contrastare Salah. Il centrocampo sarà pilotato dalla coppia formata da Parolo e Biglia. L’azzurro galleggerà tra Strootman e Nainggolan. Sull’olandese, in fase di non possesso, si alterneranno Parolo e Immobile, chiamato a disturbare Fazio. Biglia si muoverà sul centro-sinistra e diventerà vertice basso quando Milinkovic si abbasserà a centrocampo. Confermato Strakosha tra i pali. Marchetti (guarito) ha bisogno di allenarsi e non è stato convocato. Nella panchina piena di baby, con Adamonis terzo portiere e senza terzini di ricambio troverà posto Spizzichino, esterno difensivo della Primavera.

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