L’avvocato Pellegrino: «Iter da sospendere solo se la corruzione è propria»

Gianluigi Pellegrino, noto avvocato italiano, ha espresso il proprio parere riguardo la vicenda dello Stadio della Roma. Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport:

In questa storia si fa fatica a capire se e quanto l’indagine penale inciderà sul percorso amministrativo del progetto. Come ci regoliamo?
«È molto semplice. Da una lettura approfondita delle carte si capirà se gli atti contestati agli indagati prefigurino condotte corruttive proprie o improprie».

Nel primo caso?
«Non avremmo dubbi, significherebbe che gli episodi di corruzione hanno generato degli atti illegittimi, che in assenza di condotta corruttiva non sarebbero stati prodotti».

E nel secondo?
«Se fossimo di fronte a una corruzione impropria, che è intervenuta per facilitare o velocizzare atti che comunque sarebbero stati presi, la questione è diversa. Vi faccio un esempio pratico: se io ho diritto a ottenere il permesso di costruire un balcone a casa mia e faccio un regalo al funzionario che deve rilasciarlo perché faccia più in fretta, sono penalmente perseguibile ma continuo ad avere il diritto di ottenere quel permesso. Come vedete, la distinzione è importante».

Se abbiamo capito bene, se si trattasse di questo tipo di corruzione, il dossier stadio dovrebbe andare avanti, come invoca Pallotta e fa intendere la Raggi?
«Sì, quantomeno se le cose stanno così, e da una prima lettura a me pare che stiano così, non è detto che debba bloccarsi».

Nemmeno se la Eurnova, la società di Parnasi coinvolta nella realizzazione dello stadio, fosse affidata dal Tribunale a un commissario?
«Ma è esattamente il contrario. Le norme in questi casi consentono di affidare una società a un curatore proprio per consentirle di continuare la propria attività e pagare i propri dipendenti. Sono norme a tutela del lavoro».

Discorso diverso, diceva, sono le responsabilità politiche…
«Certamente. Se le indagini e l’eventuale processo dovessero confermare che funzionari e consulenti si sono fatti corrompere, i politici che li hanno scelti o gli hanno affidato quegli incarichi, dovrebbero assumersene la responsabilità politica. E agire di conseguenza. Ma come potete intuire, siamo su un piano totalmente diverso».

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