Si riparte da Dzeko. Rivederlo ieri, sorridente e riposato svolgere le visite mediche a Villa Stuart e poi andare a Trigoria per salutare vecchi e nuovi compagni, ha regalato la sensazione che la nuova stagione può realmente partire. In silenzio Edin è entrato nei cuori dei tifosi della Roma. E in quello di Di Francesco che a lui non rinuncia mai: 3019 minuti in campionato, 36 presenze (di cui 33 dal primo minuto); 1078 minuti in Champions con l’en-plein di 12 gare su 12 dal via. Eusebio non lo ha mai messo in discussione: «Edin è al centro del mio progetto, è stato sempre titolare e mai in panchina. Questo vi fa capire l’importanza che ha per me. E finché lo avrò a disposizione, giocherà». Come riporta Il Messaggero, con il tecnico abruzzese ha però avuto una metamorfosi che probabilmente nemmeno lui, a 32 anni, si aspettava più di poter vivere, nonostante le valanghe di gol segnate in carriera e i successi in bacheca. Dzeko da gennaio in poi, s’è trasformato in uomo-squadra, il calciatore capace di prendere per mano il gruppo in difficoltà e risolvere i problemi. L’ultima Champions ne è l’emblema: la doppietta di Londra, l’aver contribuito al 2-1 col Qarabag ma soprattutto il filotto con Shakhtar, Barcellona e Liverpool che avrebbe meritato un epilogo diverso. La nuova Roma, nonostante i 10 volti nuovi, riparte inevitabilmente dal bosniaco e dai suoi gol. L’unico capace di andare in doppia cifra nello scorso campionato. Solamente una volta sfoltita la rosa, Monchi potrà accontentare Di Francesco. L’obiettivo primario per l’attacco rimane Berardi.