L’all-in della Roma. Otto smazzate per il suo futuro

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Se replicasse lo stesso cammino del girone di andata, probabilmente la Roma non ce la farebbe a superare la Juve. Sei vittorie e due sconfitte, a Bergamo contro l’Atalanta e a Torino contro i bianconeri, il cammino invernale, in primavera la Roma deve provare a fare bottino pieno per regalarsi, dopo la delusione nelle coppe, un successo che, per come stavano le cose appena una settimana fa, sarebbe qualcosa di clamoroso.

ALL IN – Otto partite da qui alla fine della stagione, otto partite da preparare con il lavoro settimanale senza distrazioni, otto partite in cui Spalletti si gioca la permanenza «e si programma il futuro». E poi i tanti giocatori in bilico, Dzeko che vuole dimostrare – ancora – di fare gol pesanti, Salah che vuole mettersi alle spalle le critiche degli ultimi tempi nonostante sia a un passo dal suo record di gol, El Shaarawy e Perotti che vogliono tornare decisivi e Totti che vuole chiudere, se chiusura sarà, nel migliore dei modi. Questo, solo per limitarsi all’attacco, perché in fondo è all’attacco che la Roma dovrà giocarsi questo scorcio finale della sua stagione, iniziata (male) ad agosto, col playoff di Champions: 100 gol segnati finora sono tanti, ma non bastano. E non basta neanche il fatto che guardando la classifica dei primi tempi la squadra di Spalletti sarebbe prima in campionato: 59 punti, contro i 57 bianconeri e i 53 del Napoli. Evidentemente, la stanchezza di cui parlava due giorni fa Salah e qualche settimana fa anche Perotti, ha un significato pure in questo.

FATTORE OLIMPICO – Chissà, a proposito di significati, che non ne abbia uno – decisivo – anche il ritorno della curva Sud allo stadio. In trasferta i romanisti non sono mai mancati (oggi ce ne saranno almeno 3mila, di cui 2500 nel settore ospiti), ma la loro presenza, in termini di numeri e calore, può essere determinante, visto che proprio in casa la Roma affronterà le tre partite più ostiche, contro Atalanta (la settimana prossima), Lazio (30 aprile) e Juventus (14 maggio). In trasferta, invece, il cammino è più semplice, anche se le «insidie», come ha ricordato Spalletti, sono dietro l’angolo: oggi la Roma affronta il Bologna, lunedì prossimo andrà sul campo del quasi spacciato Pescara, poi affronterà il Milan a San Siro, quella sì, trasferta davvero insidiosa. Lontano dall’Olimpico, chiuderà alla penultima contro il Chievo, che, come il Bologna oggi, sulla carta non ha più nulla da chiedere al campionato.

TURNOVER – La sensazione è che per fare all-in da qui a fine maggio Spalletti, ancora una volta, si affiderà ai suoi uomini di fiducia, facendo poco turnover. Al netto di stanchezza evidente e problemi fisici, il tecnico darà fiducia ai calciatori che ha impiegato di più fino a questo momento, che potranno allenarsi tranquillamente senza impegni infrasettimanali. In fondo, lo ha detto lui stesso tempo fa: «La penna sul rinnovo del mio contratto ce l’hanno i giocatori». Quali, appunto, è tutto da verificare.

DIFESA – Da verificare è anche il rendimento difensivo della squadra, che in questo ciclo di 8 gare, all’andata, incassò 6 reti, di cui la metà, contro Pescara e Chievo, ininfluenti ai fini del risultato finale. Adesso, con Szczesny che dovrebbe continuare ad essere il titolare, insieme ai tre centrali Rüdiger, Manolas e Fazio (ma occhio all’opzione Vermaelen, oltre che Juan Jesus), e Mario Rui e Peres sulle fasce (in attesa che Emerson si ristabilisca), Spalletti ha bisogno che i meccanismi tornino ad essere quelli di qualche settimana fa e, anche in questo senso, il lavoro settimanale senza impegni può dare una mano. A patto che poi, in fondo, la Roma se la dia da sola: Allegri ha previsto che i giallorossi facciano bottino pieno, e arrivino a 92 punti, e ha detto che la Juventus deve arrivare a 93 per vincere il campionato. Spalletti non ha fatto tabelle o dato percentuali, ma la linea che sarà tracciata a fine stagione, e di cui è tornato a parlare ieri, si porta sulle spalle 24 punti da qui alla fine.

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