L’Algarve di Mourinho: silenzi, Portogallo e prove tattiche

Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Una settimana intensa in Algarve per preparare la Roma alla ripresa della stagione, ragionare su nuovi sistemi tattici, pensare al presente ma anche al futuro. Tre giorni di riposo per la squadra, ma anche per José Mourinho che ha deciso di trascorrere le feste a Setubal prima di riprendere il lavoro a Trigoria.

Quando aveva deciso di trascorrere la settimana ad Albufeira di certo non si sarebbe mai aspettato di avere tutti i fari puntati addosso. Pronti, via. Come è sbarcato decine di telecamere dei media portoghesi lo hanno circondato dall’aeroporto di Faro. Tutte lì per sapere se avrebbe accettato la panchina della nazionale. I giornalisti locali in attesa di una sua parola. Mai arrivata. Una settimana di silenzio da parte di Mourinho, ma anche da parte della dirigenza.

Nessuna smentita all’ipotesi Portogallo, perché di fatto non c’è mai stata una proposta ufficiale. L’incontro serale del 15 dicembre tra il procuratore Jorge Mendes e il presidente della federcalcio portoghese Fernando Gomes ha di fatto chiuso l’ipotesi del doppio incarico. Mou ha ringraziato, ma ha declinato la soluzione, convinto di dover rimanere federe alla Roma almeno fino a giugno. 

Ma adesso il tecnico vuole pensare al presente, e quello si chiama Bologna. Nell’ultima amichevole in Algarve lo Special One ha rispolverato il 4-2-3-1, modulo che non utilizzata dal 20 gennaio scorso (Roma-Lecce di Coppa Italia): le risposte sono arrivate, la fase offensiva è migliorata e la squadra ha trovato anche maggiore equilibrio.

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