La Samp è spietata. I blucerchiati si difendono, poi colpiscono di rimessa

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Il Secolo XIX (V.Arrichiello) – Altro che Dzeko. Eder batte Edin. La Roma punta su Dzeko, “bomberone” da 15 milioni. La Samp risponde col capocannoniere low cost, Eder. Pagato 3,5 milioni ai tempi dalla Beora, gara dopo gara, sempre più costoso. E sempre più goleador. Sesto gol in cinque partite. E autogol procurato a cinque minuti dalla fine. In mezzo il pareggio di Salah. Ma al Ferraris è 2-1 per la Samp. Eder non si ferma più. E nel secondo tempo stende i giallorossi. Prima una gemma su punizione. Poi un un’accelerazione con tiro che costringe Manolas all’autorete. Estasi blucerchiata. Goduria Ferrero che si coccola il gioiello «da 100 milioni».

E nella vittoria del cuore, dopo tanta sofferenza c’è spazio pure per Cassano entrato nel finale, in tempo per metterci lo zampino. L’azione del 2-1 parte da lui, il barese, che avanza sulla sinistra e dà palla a Soriano che poi serve Eder. Anche per Fantantonio, ex giallorosso, è festa. Finisce con uno stop magico di Cassano, con Eder che si porta la palla vicino alla bandierina, poi tira via il pallone e si accascia stanco e felice per poi rialzarsi solo dopo cinque minuti e andarsi a prendere l’applauso della Sud. La Samp per riscattare il ko di Torino. La Roma per mettere da parte i mugugni dopo il pari in casa col Sassuolo. Al Ferraris c’è aria da quasi derby. Ferrero, si sa, è tifoso romanista. Ma ora ama la Samp e a Zenga chiede subito una reazione.

Il tecnico cambia qualcosa: Zukanovic al centro per Moisander e Mesbah a sinistra al posto di Regini ancora stordito dalle finte di Bruno Peres. Nel 4-3-1-2, l’altra new entry è Correa, sulla trequarti, con Soriano a centrocampo: Samp a trazione anteriore. La Roma risponde col solito 4-3-3. Non c’è Totti rimasto nella Capitale per una mano dolorante. C’è invece De Rossi, da centrale di difesa. In attacco si punta sulla stella Dzeko affiancato da Salah e Falque, ex genoano in rete nell’ultimo derby. Gara subito a viso aperto. In avvio i cambi di fronte sono continui. Muriel sprinta, la Roma chiude e risponde con Salah e Dzeko che duella con Silvestre. A centrocampo Barreto in versione gladiatore, lotta, prende palla e serve Correa che di piatto tira debolmente. È il 9’ ed è il primo tiro in porta blucerchiato. Sarà anche l’unico di tutto il primo tempo.

La Samp è un po’ troppo lunga, Correa cala un po’ mentre piace Pereira a destra. Cresce la Roma che sforna tanti cross mentre il Doria patisce le palle vaganti. Una arriva a Nainggolan ma il suo missile va sul fondo. Intorno al 25’ uno-due Roma. Pjanic scalda le mani a Viviano. Poi si sveglia Dzeko, ma il portiere blucerchiato c’è. La Samp barcolla ma non molla. E risponde subito. Lancio di Fernando, De Rossi sbaglia il controllo, irrompe Eder, Manolas lo anticipa e il blucerchiato cade. Banti ammonisce Eder. Eccessivo. Non era rigore ma neanche simulazione. E la Sud ulula di rabbia. Intanto si fa male Silvestre: guaio muscolare. Entra Moisander.

Si accascia Viviano dopo un rinvio: problemi al ginocchio ma stringe i denti. Il primo tempo lo chiude meglio la Roma, ma la Samp tiene. La ripresa si apre con le proteste giallorosse per tocco di mano di Moisander, ma la palla aveva toccato prima il piede: non è rigore. Dall’altro lato Correa guadagna una punizione preziosa. È il 50’ ed è la svolta. Fernando tocca il pallone, Eder fa partire il destro, Soriano apre la barriera e la palla si infila nell’angolino basso con De Sanctis battuto. Uno a zero Samp. La Roma si getta in avanti e crea pericoli. Punizione di Pjanic deviata da Soriano in barriera, miracolo di Viviano. Zenga si cautela: fuori Correa, dentro Ivan. Garcia risponde con Gervinho per Falque. Prova Dzeko di sinistro. È assedio. E il gol arriva. Tocco di Pjanic in area e Salah infila sotto l’incrocio.

La Roma spinge e ci prova sempre con Salah e Pjanic. Poi Zenga si gioca la carta Cassano per Muriel. E il Doria prende coraggio. Fantantonio crea scompiglio. Poi dà il via all’azione della vittoria. Avanza, dà palla a Soriano che passa a Eder. Martins si allarga e tira: Manolas getta il pallone nella sua porta. Due a uno. Si soffre fino alla fine. Ma si vince. E così è ancora più bello.

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