La Roma vista da dietro: «Non sparate sul portiere»

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – La media gol è impietosa: 8 partite tra campionato e Champions e 13 gol subiti, più di uno e mezzo ogni 90’. A salvare però l’inizio di stagione di Wojciech Szczesny, oltre alle prestazioni comunque importanti nel complesso (al netto di errori evidenti, come quello di Borisov) ci pensano la fiducia che ha in lui Garcia e il parere di due ex portieri che conosco bene Roma e la Roma. Giovanni Cervone e Ivan Pelizzoli hanno difeso la porta giallorossa in epoche diverse, Anni ‘90 il primo e nel 2000 il secondo, ma entrambi sanno bene come sia complicato «andare sulle montagne russe» in una piazza esigente come quella romanista. Non solo: giocare in una difesa che fa acqua da tutte le parti – 18 gol al passivo in 11 partite – rende il portiere più vulnerabile. «È vero, è così – conferma Cervoneè difficile giocare in una squadra come la Roma che ha una fase difensiva pazzesca. E non in senso positivo».

ERRORI E PARATE – D’altronde, «quando un portiere gioca con i piedi e ama rischiare può capitare un errore, ma Szczesny non si discute. Ha fatto parate importanti, come quella con la Juventus su Bonucci e quella a Frosinone su Tonev, poi magari lo ha condizionato l’infortunio con il Barcellona, ma il suo valore non può essere contestato. La partita contro il Bayer ha visto la Roma giocare bene davanti – analizza ancora Cervone ma i tedeschi spuntavano davanti al portiere ed era impossibile arginarli. L’errore sul terzo gol? Forse ha fatto un passo di troppo, ma parliamo di qualcosa di veniale». Proprio dal gol di Kampl parte Ivan Pelizzoli: «Mi chiedo una cosa: se un giocatore della mia squadra fa un grande gol, il tiro della domenica diciamo, è bravo lui. Se lo fa un altro è una papera del portiere, non è così che funziona».

RIGORI IN MOVIMENTO – Per il numero uno che a Roma veniva chiamato «la piovra», Szczesny è «l’emblema del portiere moderno. È bravo, sa giocare con i piedi ed è sicuro di sé. A me piace, sono certo che Garcia debba insistere con lui perché sa parare bene». Eppure, almeno in Champions, non è stato impeccabile e anche nel gol preso contro l’Empoli non è sembrato esente da colpe: «Non credo che abbia sbagliato lui – dice ancora Pelizzoli –. La Roma è una squadra in cui i singoli sbagliano in difesa e anche il gruppo sembra avere problemi dietro, per cui quando ti si presentano giocatori da tutte le parti è come se dovessi parare ogni volta un calcio di rigore. E poi…».

DUE NUMERI 1 – E poi? «A Roma c’è la brutta abitudine, come a Napoli o in altre piazze molto calde, di esagerare sempre con i giudizi. Penso anche a De Sanctis, quando è entrato col Barcellona mi sono detto: «Sono contento per Morgan», ma sono rimasto stupito dalla gente che lo fischiava e faceva battutine tipo: “Non ci vede bene”. Ma come si fa? La Roma ha la fortuna di avere due ottimi portieri, se la squadra li aiuterà saranno una risorsa preziosissima».

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