La Roma pensa al suo domani senza Fonseca

La Repubblica (M. Pinci) – L’unica invitata italiana al ballo delle grandi d’Europa, di italiano ha poco. Sì, l’anima dei suoi simboli, ma un padrone americano, un dirigente portoghese, un allenatore nato in Mozambico. E dal futuro segnato.

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Paulo Fonseca e la Roma non lo diranno a breve, ma la scelta è fatta: il futuro non sarà insieme, la decisione sarà “consensuale” e arriverà prima della finale d’Europa League. Certo, sulla strada c’è il Manchester United, un tabù che per la Roma dura dal 7-1 del 2007. Ma paradossalmente questa decisione condivisa è il motore di questo finale: nessuno vuol andarsene in silenzio. 

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L’unica certezza è che Fonseca ha tirato fuori da un gruppo che pareva esausto le energie per rendere esaltante il finale di stagione. Mettendo da parte tensioni, nervosismi, attaccando quando si è sentito attaccato. Per il futuro c’è già chi ha offerto soluzioni alternative: Fali Ramadani n un colloquio in un hotel milanese offrì alla Roma Sarri, tra una chiacchierata sul difensore del Napoli Maksimovic e una sul centravanti del Real Jovic.

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Il candidato più forte per il futuro, forse l’unico pronto ad accettare di ridurre drasticamente l’organico attuale di 29 giocatori a un massimo di 18 uomini. Dan e Ryan Friedkin nei loro tavoli decisionali con Pinto studiano numeri e pianificano strategie, pensano di allargare il business realizzando un network di società in stile RedBull e all’interno organizzano la nuova struttura di match analysis e scouting.

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