La Gazzetta dello Sport (G.B. Olivero) – Come nei film da Oscar: gli applausi se li prendono i grandi attori, ma il merito principale è del regista. Daniele De Rossi ha cambiato la Roma in poche settimane, l’ha plasmata con le sue idee, l’ha spostata in avanti, l’ha liberata dalle manie di persecuzione, l’ha spinta a divertirsi. E i risultati sono eclatanti: ieri a Monza i giallorossi hanno controllato e a tratti dominato la partita piazzando le tende nella metà campo avversaria esattamente come le hanno piazzate nella zona Champions della classifica.

In attesa dello scontro diretto tra Atalanta e Bologna, la Roma è quinta a un punto dal quarto posto. Ma questo è perfino secondario rispetto a quanto si vede in campo: il sogno Champions è vivo non solo per le vittorie, ma per il modo con cui sono ottenute, per la consapevolezza con la quale la squadra scende in campo volendo fare la partita e non subirla. Contro chiunque: De Rossi ha vinto sei gare di A e la settima l’ha persa contro l’Inter, dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio. Il calendario ha dato una mano: la Roma con il nuovo allenatore ha battuto avversari piazzati dal 10° posto in giù e la trasferta di domenica a Firenze sarà un buon banco di prova.

Ma, prima di ulteriori verifiche, bisogna fare i complimenti a De Rossi perché è riuscito a dare un’impronta evidente in poche settimane. Segnale di idee chiare e anche di grande credibilità in spogliatoio. Non a caso ieri hanno segnato i big: capitan Pellegrini, un Lukaku vivo, lo splendido Dybala e il campione del mondo Paredes. I giocatori, soprattutto i più grandi, seguono l’allenatore: i dirigenti dovrebbero prendere nota.