Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Daniele De Rossi, da appassionato della NFL, dopo la partita contro la Fiorentina ha utilizzato il famoso detto per raccontare il gol del pareggio. “Ci portiamo a casa un punto d’oro, l’anticipo di Zalewski sul finale ci ha permesso di avere l’occasione dell’Ave Maria, l’ultimo tentativo”. E allora quella di De Rossi è stata un po’ la Roma dell’Ave Maria, che ha saputo pareggiare al Franchi, sfruttare un miracolo finale per rimediare al “peccato originale”, quel 3-5-2 che i giocatori adesso stanno rigettando, come ha ammesso il tecnico.

La Roma in questa stagione è la terza squadra nei cinque grandi campionati europei ad aver segnato di più nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Diciotto reti realizzate dal 75′ al 90′, sotto soltanto al Barcellona (21 gol) e al Liverpool (24). E non è tutto. Perché poi nei minuti di recupero i giallorossi ne hanno segnati altri cinque. Cinque reti dell’Ave Maria che evidenziano una predisposizione e una mentalità nata sotto la gestione Mourinho e consolidata anche in quella di De Rossi.