La Roma chiude bene, deve ancora capire chi è

Corriere della Sera (L.Valdiserri) – A chi non piace la nouvelle cuisine di sicuro non piace la Roma di Fonseca. Non ti sorprende, sai quello che mangerai: vittorie contro le squadre più basse in classifica, sconfitta o ben che vada pareggi contro quelle di vertice. La scommessa del portoghese è arrivare almeno al quarto posto. La classifica gli dà ragione, perché la Roma chiude il 2020 addirittura al terzo posto. Non si poteva chiedere di più dopo la batosta di Bergamo. 

La partita contro il Cagliari ha confermato pregi e difetti. Segnare non è un problema – ieri Veretout, Dzeko e Mancini, cioè un centrocampista, un attaccante ed un difensore – ma anche questa volta c’è stato un black-out nella ripresa che poteva costare caro. Il Cagliari ha creato in fretta tre occasioni e pareggiato con Joao Pedro. Di Francesco, però, non ha i giocatori dell’Atalanta e non ha potuto prendersi la rivincita dell’ex.

A punirlo è stato uno dei calciatori che, quando era lui sulla panchina della Roma, lo aveva fatto più dannare, cioè Karsdorp. Il terzino che era sempre infortunato ieri sembrava un treno. È entrato nell’azione dell’1-0 e soprattutto ha servito un assist sontuoso a Dzeko, che ha appoggiato a porta vuota il 2-1 che ha riportato la gara dalla parte giallorossa. Il 3-1 di Mancini, su torre di Smalling, non è stato intaccato dal rigore che ancora Joao Pedro si è procurato e ha segnato a tempo scaduto.

Il 2021 dovrà chiarire la vera dimensione della Roma e della guida tecnica di Fonseca. Il campionato è strano ed è reso ancora più imprevedibile dalle partite che Napoli, Juve e Atalanta devono ancora recuperare. Tutte e tre, però, adesso sono sotto la Roma.

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