Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Prima di parlare del rendimento di Zalewski, della sua crisi e del momento che sta vivendo occorre fare un passo indietro e una premessa. Perché gli insulti vergognosi non solo toccano il giocatore ma soprattutto l’uomo. E Nicola, a soli ventuno anni e dopo aver vissuto due anni fa la scomparsa del padre, proprio non se li merita.

Lo sanno anche all’interno di Trigoria, lo sanno i giocatori e lo sa soprattutto Mourinho che al di là delle panchine riservate in questo momento all’esterno non ha mai fatto mancare il suo supporto. 

Solo due settimane Nicola ha ricordato il secondo anniversario della scomparsa del papà. In questi due anni Nicola è andato avanti, è cresciuto e come è normale che sia ha vissuto i suoi momenti tra alti e bassi. Così come nel calcio. Adesso sta attraversando un periodo negativo tra motivi personali e pensieri e non stanno aiutando a tirare fuori il meglio anche sul piano sportivo. 

Adesso Nicola deve pensare a uscire dal vortice di negatività, allenarsi al meglio e poi riconquistarsi il campo in partita. Come? Passando anche dalla nazionale. Inevitabilmente non sarebbe stato convocato dalla nazionale maggiore visto il poco impiego nella Roma, quindi ha accettato di buon grado (e con umiltà) di giocare con l’Under 21. Una retrocessione? Macché, un gesto di buona volontà per ritrovarsi.