La rabbia di Mou: “Questo non è calcio, chiamatelo con un altro nome”

La Repubblica (A. Di Carlo) – Sembrava un film dal copione già scritto, con il gol proprio di Nicolò Zaniolo a decidere la sfida con il Genoa nei minuti finali del match, al termine di una settimana dove il numero 22 giallorosso era diventato improvvisamente l’oggetto del desiderio della Juventus. Il mancino a fil di palo che batte Sirigu, la corsa sotto la Curva Sud e l’Olimpico che impazzisce di gioia.

Poi, come la scena girata non avesse pienamente convinto il regista di turno, il “ciak” viene annullato: il Var richiama Abisso per un fallo di Abraham su Vasquez. Rete annullata e dal rosso di passione si passa al rosso del cartellino. 

Dalla gioia alla disperazione, con due pesanti che la Roma lascia sul campo, in una giornata sulla carta assolutamente favorevole. José Mourinho non ha affatto condiviso la decisione presa e nel post gara lo dice senza mezze misure. “Preferirei evitare di parlare dell’episodio o della reazione di Zaniolo. Però dico solo che se l’arbitro ha deciso bene, il gioco del popolo, quello di cui mi sono innamorato, è cambiato. È un altro sport. Se quello è un fallo, il gioco non è lo stesso. Dovremmo cambiargli il nome. Football o soccer, vedete voi. Se l’arbitro invece ha sbagliato, lui sarà il primo a non essere contento di aver sbagliato e per noi rischia di essere un deja vu“.

Lo Special One poi non le manda a dire sul rosso a Zaniolo: “Pensate che se Zaniolo giocasse con Juve, Inter o Milan, sarebbe stato espulso? Non prende mai un rigore, non gli fischiano falli, quando apre la bocca giallo o rosso. Ma è normale che un giocatore creativo come lui abbia 7 gialli e 2 rossi in stagione? Zaniolo ha detto ad abisso: ‘Che c…. fischi?’. Ho parlato con l’arbitro a fine gara, nessun insulto. Ma lì devi bilanciare la frustrazione del gol annullato, lo devi ammonire e fine della storia. Quel rosso non lo prendono Lautaro Martinez, Chiellini o Zlatan. Questo siamo noi, siamo piccolini. La Roma agli occhi del potere è piccola“.

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