La “quota Monchi”: quella zavorra da 62 milioni di euro che blocca il mercato della Roma

La priorità assoluta del mercato non è un centravanti, ma un difensore centrale. Il margine per operare però è decisamente stretto, colpa di una zavorra da 62 milioni di euro che frena, ad oggi, il mercato della società. E’ la “quota Monchi”:il costo a bilancio di tutti quei giocatori comprati nelle ultime due estati dall’ex ds giallorosso e che non rientrano nei piani tecnici della società. L’elenco è lunghissimo: Nzonzi, Gonalons, Karsdorp, Schick, Olsen, Pastore, Bianda, Coric e Defrel, anche se in uscita con destinazione Cagliari. Nove calciatori, una squadra quasi intera, che Paulo Fonseca non vuole, ma che la Roma deve pagare e che a bilancio pesa appunto per 62 milioni all’anno, tra stipendi e costi di ammortamento. Nessuno dei calciatori acquistati dal dirigente spagnolo ha ancora prodotto una plusvalenza a bilancio con la sua cessione, un dato oggettivo e singolare, visto che era stato preso con quell’obiettivo, per una società che si alimenta con fa dismissione di calciatori. Ciò nonostante la Roma continua a cercare soluzioni sul mercato, l’ultima idea riguarda il terzino destro: il ds Petracbhi ha chiesto al Chelsea il prestito di Davide Zappacosta, fuori dai”programmi dei Blues. Lo conosce, lo ha portato al Torino dall’Atalanta nel 2013: elemento importante per il dirigente è la conoscenza del profili da acquistare. Non a caso tutti i nuovi arrivi – a eccezione del portiere Pau Lopez – provengono dall’Italia. Lo scrive La Repubblica.

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